Il presidente dell’Ati idrico è il sindaco di Sant’Elisabetta, Comune che non ha ancora ceduto le reti idriche e fognarie ad Aica. A denunciare il fatto è Peppe Di Rosa, rappresentante Codacons. E la vicenda se fosse fondata, adesso lo vedremo, sarebbe a dir poco paradossale, una presa per i fondelli a danno dei cittadini di enormi e significative proporzioni.
“Il Comune di Santa Elisabetta – scrive Di Rosa – è tra i comuni non salvaguardati e avrebbe dovuto entrare in AICA già dal 1 Gennaio 2022 così come previsto nel Piano d’Ambito.
Considerato quando sopra, ritenuta la funzione di Presidente da Parte del Sindaco Gueli quanto meno inopportuna ed incompatibile, con la presente si chiedono le immediate dimissioni da parte del Sindaco GUELI, se le stesse non dovessero essere rassegnate entro le prossime 48 ore, sia l’assemblea dei sindaci a revocarne la nomina per acclarata incompatibilità”.
Peppe Di Rosa, al quale va il merito di aver segnalato tanti fatti negativi alcuni risolti proprio grazie ai suoi interventi, con la sua lente d’ingrandimento questa volta sarebbe arrivato decisamente in ritardo perché i Comuni di Aragona, Sambuca di Sicilia, Santa Elisabetta già il 20 ottobre scorso hanno iniziato le attività di consegna delle strutture e del personale per l’effettivo subentro del Gestore unico del SII, Aica.
Abbiamo anche parlato con il sindaco Mimmo Gueli che in buona sostanza ha ribadito la passata opportunità di non consegnare le reti idriche al privato e di difesa della ripubblicizzazione del servizio idrico che ha i suoi tempi. Ha ricordato la recente acquisizione del Tre Sorgenti e della consegna delle reti di Joppolo Giancaxio e Sant’Angelo Muxaro. Si va, per fortuna, avanti sulla strada di un gestore e di una tariffa unica nell’ambito della provincia di Agrigento.