“Scorrendo rapidamente la lista dei candidati non si può non notare le chiare appartenenze politiche, degne delle peggiori pratiche spartitorie della Prima Repubblica.”
La Consulta di AICA scrive al Prefetto di Agrigento, al responsabile della TRASPARENZA E ANTICORRUZIONE di AICA, al Presidente dell’assemblea dei Soci di AICA dott. Alfonso Provvidenza, al Presidente di ATI dott. Domenico Gueli e all’Autorità Nazionale Anti Corruzione ANAC per la mancata trasparenza nelle procedure di selezione del nuovo c.d.a.
“A seguito – afferma la Consulta – della richiesta della Consulta di rendere pubblici i nomi e i curricula dei candidati al nuovo consiglio di amministrazione di AICA è stata fornita alla stampa una lista di nomi come se questo bastasse a mettere a tacere le ostinate richieste di trasparenza”.
“Questo atteggiamento – continua- oltre a non essere rispettoso nei confronti dell’utenza di un’azienda pubblica come AICA, non soddisfa a pieno il necessario principio di trasparenza richiamato più volte nello Statuto. Non si è voluto espletare questo passaggio cruciale per il futuro del gestore con le procedure ad evidenza pubblica come ci si sarebbe aspettati in un contesto normale. Il Presidente Provvidenza ha più volte ribadito l’adesione della procedura seguita ai dettami dello statuto, ma ha omesso di dire che in nessun caso lo statuto prevede una deroga al principio di TRASPARENZA. GRAVISSIMA la mancata pubblicazione sul sito del gestore della lista dei nomi e dei curricula. GRAVISSIMA la mancata pubblicazione sul sito dei criteri di scelta che i sindaci adopereranno per la nomina del nuovo organo di gestione. Dal momento che non ci si improvvisa amministratori di un’azienda pubblica, men che meno di un gestore del SII come AICA, la pubblicazione delle COMPETENZE dei candidati sarebbe stato un passaggio scontato, per di più previsto per legge. Scorrendo rapidamente la lista dei candidati non si può non notare le chiare appartenenze politiche, degne delle peggiori pratiche spartitorie della Prima Repubblica e risultà altresì evidente che, a meno di poche personalità, la competenza e l’esperienza in materia di SII è in generale scarsa o nulla. Nel frattempo il commissario straordinario Fiorella Scalia, candidata anch’ella a far parte del nuovo CDA, ha approvato D’IMPERIO il nuovo piano di fabbisogno del personale CONTRO IL PARERE DEI REVISORI. A questo proposito è necessario rendere chiari alcuni aspetti: 1) quanto costa all’azienda l’approvazione di detto piano? 2) Quali sono le coperture fiannziarie? 3) Perchè viene approvato quest’ultimo provvedimento con carattere di necessità ed urgenza e si rimanda invece il budget triennale e il piano degli interventi?”
“La scrivente, esprimendo particolare apprensione per i passaggi menzionati, chiede alle autorità in indirizzo, ciascuno per le proprie competenze, nella scelta del nuovo CDA di NON DEROGARE ai principi di TRASPARENZA, COMPETENZA E BUON GOVERNO DELLA COSA PUBBLICA e di dare ad AICA e ai citadini dell’ambito il futuro che vogliono e meritano”.
La lettera della Consulta di AICA e del suo Presidente Alvise Gangarossa racconta un’altra storia all’interno di quella della trasparenza del servizio idrico ed è riferita alla logica della spartizione della torta del potere secondo il peso dei partiti e dei potenti del momento. Cosa non nuova, lo stesso accadeva con la passata gestione pubblica dagli anni ’70 fino al 2007 anno di inizio della ormai defunta gestione privata.
Privato, pubblico, stiamo facendo il salto dalla padella alla brace?
Intanto che aspettiamo di trovare la risposta pubblichiamo la dichiarazione del Sindaco di Favara, in assoluta contrapposizione con i suoi colleghi.
“Già prima – dice il sindaco Antonio Palumbo – della pubblicazione della manifestazione d’interesse per l’individuazione dei nuovi componenti del Cda di Aica avevo espresso la mia opinione contraria alla linea seguita purtroppo al momento da molti colleghi sindaci.
Innanzitutto, ritenevo ieri e continuo a ritenere oggi che l’attuale commissariamento del consiglio di amministrazione derivi da un peccato originario che produrrà effetti nelle sedi giudiziarie in seguito alla presentazione di un ricorso (che rischia di essere vinto) dall’ex presidente Castaldi. Inoltre avevo chiesto ai colleghi di scegliere un’impostazione che fosse quanto più non solo meritocratica, ma resa impermeabile al rischio di scelte di natura prettamente politica.
Impostazione che purtroppo non è stata condivisa, tanto che l’attuale manifestazione di interesse non prevede alcun criterio di valutazione né l’esistenza di un organismo che valuti i titoli in modo oggettivo.
Questo, al netto del massimo rispetto verso i professionisti che hanno avanzato le loro legittime candidature, mi porterebbe ad astenermi lunedì da qualsivoglia votazione sul tema perché quello che verrebbe ad essere nominato non sarebbe il Cda di tutti.
C’è sempre tempo da parte dei colleghi di centrodestra per decidere di applicare criteri che siano oggettivi e meritocratici nella scelta del nuovo consiglio di amministrazione. In quel caso sono ovviamente pronto a valutare ogni ipotesi”.