“Basta polemiche e si vada avanti con l’avviso 7” -dicono ad alta voce le associazioni datoriali degli enti di formazione.
D’altronde, risale a ieri l’ordinanza dei giudici amministrativi con cui è stato respinto un ricorso avverso i decreti approvativi del Catalogo Regionale dell’Offerta Formativa relativa all’Avviso 7.
E le associazioni datoriali maggiormente rappresentative non perdono tempo a chiedere l’immediata attivazione dei corsi di formazione dell’Avviso in questione.
In prima fila, ci sono: Joseph Zambito per l’Anfop, Gabriele Albergoni per il Cenfop, Gabriele Leanza per Forma Sicilia, Emilio Romano per Formare, Benedetto Scuderi per l’ASEF.
Chiedono convintamente di “attivare i corsi di formazione, peraltro obbligatori, per i destinatari di sostegno al reddito”, rilevando come l’Avviso 7 “ potrebbe dare risposte concrete alle esigenze del mercato del lavoro nonché ai tanti giovani in cerca di occupazione”.
Si tratta -dicono le associazioni datoriali- di “circa 750 corsi di formazione, distribuiti proporzionalmente tra le nove provincie siciliane e tra i settori produttivi più strategici”.
Questi corsi -aggiungono- “possono e devono partire al più presto”.
Le citate associazioni datoriali, d’altronde, “si rendono disponibili ad offrire il loro contributo affinché questo possa avvenire nell’alveo di un sano spirito collaborativo e partecipativo, fermo restando che, nell’immediato futuro, potranno essere individuate ulteriori scelte strategiche e organizzative tese a superare alcune criticità e a rispondere in maniera ancora più efficace alle esigenze formative che richiedono, in maniera sempre più incalzante, le complessità della società nella quale operiamo”.
A questo punto, si dovrebbero evitare gli strascichi di polemiche (tra cui quelle a seguito dell’introduzione e dell’immediata abrogazione del tetto massimo assegnabile per ciascun avviso pubblico a singolo ente) ed avviare davvero e subito i corsi di formazione. Anche per non vanificare il dialogo aperto dallo stesso assessore regionale Mimmo Turano con le associazioni degli enti e andare avanti -come osservano le associazioni medesime- “nella prospettiva di meglio rispondere alle esigenze del fabbisogno formativo delle aziende ed una performante distribuzione delle risorse nei territori”.