Il sindaco di Agrigento, Franco Micciché, ha licenziato la sua giunta per, nel giro di poco, riconfermarla.
Ad essere stati rinominati sono i già licenziati Alfano Gioacchino, Cantone Carmelo, Ciulla Costantino, Lisci Patrizia, Piparo Gerlando, Principato Gerlàndo, Sollano Alessandro, Trupia Aurelio, Vullo Marco.
Licenziati per rilanciare l’amministrazione e riassunti “in considerazione – si legge nella delibera del sindaco- dell’esperienza maturata dai già assessori nei settori afferenti le deleghe attribuite che in ogni caso garantisce il buon proseguimento dell’azione amministrativa e politica del governo cittadino.”
Difficile capire, anzi impossibile… cose da pazzi, ma così è.
Ma le cose da pazzi ad Agrigento non le fa solo Miccichè perché in questa occasione sarebbe impensabile.
All’atto dell’azzeramento della giunta e della riconferma, i partiti politici e i deputati di riferimento della maggioranza avranno ascoltato il sindaco, si saranno confrontati sulla sua decisione.
Gli stessi assessori che entrano ed escono in Giunta senza un’apprezzabile ragione, sono parte in causa. Si sono, tra l’altro, prestati ad un’operazione politica che nulla ha del nobile servizio alla collettività. Tu mi licenzi ed io vado via, punto e basta.
È andata così, non è stato un bel messaggio e senza cercare le ragioni in favore degli agrigentini, che ovviamente non ci sono, bisogna andare avanti velocemente girando la triste pagina.