Pianificare la risoluzione della crisi idrica e garantire la sicurezza urbana nei Comuni del territorio di pertinenza: ecco le priorità del Prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo, insediatosi stamattina.
Ma c’è anche il supporto ai sindaci per superare le criticità presenti nelle comunità locali e l’iniziativa propulsiva per realizzare gli interventi pianificati per Agrigento Capitale della Cultura Italiana 2025.
Da segretario comunale a consigliere di prefettura
Proveniente dalla Prefettura di Vicenza, Salvatore Caccamo ha lavorato sodo durante tutta la sua carriera, sin da quando era segretario comunale del piccolo Comune di Figino Serenza, in provincia di Como (novembre 1987-aprile 1989).
Con riferimento alla carriera prefettizia, Salvatore Caccamo ha mosso i primi passi presso l’ufficio di gabinetto del Commissariato del governo per la provincia di Trento (dal 1989 al 1991); ha lavorato alla Prefettura di Trapani (dal 1991 al 1992); in quella di Palermo, presso l’ Ufficio di Gabinetto e quale Dirigente dell’Area Sicurezza-Ordine Pubblico (dal 1992 al 2008); nuovamente alla Prefettura di Trapani, quale Dirigente dell’ Area Immigrazione, dell’Area Ordine e Sicurezza Pubblica e dell’ Area Raccordo Enti Locali e dell’ Ufficio Provinciale Elettorale (dal 2008 al 2010); alla Prefettura di Enna, quale Viceprefetto vicario coordinatore ( dal 20.9. 2010 al 21.6.2013), e alla Prefettura di Vicenza.
Gli altri incarichi
Il neo-prefetto ha peraltro numerose esperienze e competenze nel campo dell’amministrazione locale e del governo territoriale locale, essendo stato commissario straordinario del Comune di Mascali (CT); della Provincia Regionale di Enna; del Comune di Scalea (CS), sciolto per infiltrazioni mafiose; del Comune di Bovalino (RC), sciolto per infiltrazioni mafiose. Ed inoltre: componente della Commissione Straordinaria del Comune di Caccamo (PA), sciolto per infiltrazioni, e poi del Comune di Caltavuturo (PA), anch’esso sciolto per infiltrazioni mafiose.
Le prospettive ad Agrigento
Adesso, è la volta di Agrigento, un ufficio governativo che ha bisogno di una guida operosa e produttiva per mettere in evidenza i potenziali lati positivi del territorio (che non sono pochi) e per iniziare a superare le criticità vecchie e nuove, concorrendo così al conseguimento di quel riscatto socio-culturale e socio-economico cui giustamente la popolazione locale anela.