Il Ministero per le Infrastrutture e i Trasporti ha chiesto ulteriori dati e informazioni, sul progetto dell’aeroporto nella piana di Licata, al Libero Consorzio Comunale di Agrigento
I chiarimenti vertono sull’analisi costi/benefici. In particolare, riguardano il dettaglio dei costi e la loro sostenibilità economico-finanziaria, l’effettivo traffico areo ragionevolmente prevedibile nello scalo in relazione anche a quello degli altri aeroscali dell’isola
La dichiarazione del ministro Salvini
La richiesta di chiarimenti è coerente con quanto aveva dichiarato il ministro Matteo Salvini lo scorso mese.
“Abbiamo sul tavolo il piano nazionale dello sviluppo degli aeroporti di prossima pubblicazione: ci sono volontà di ulteriori aperture che stiamo esaminando, faccio l’esempio della richiesta della comunità economica di Agrigento di avere un ulteriore scalo aeroportuale” -aveva detto il Ministro per le Infrastrutture e i Trasporti.
Quella dell’aeroporto agrigentino “è una delle proposte che sono arrivate, stiamo studiando il piano di fattibilità e sostenibilità”- aveva aggiunto il Ministro.
Il parere ENAC
E proprio sul piano della fattibilità e sostenibilità è arrivata la richiesta di chiarimenti ministeriali, nonostante l’Ente Nazionale Aviazione Civile non abbia ancora rilasciato il parere di rito.
L’ENAC è l’autorità unica di regolazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile ed il fatto che sia rimasto silenzioso (a distanza di quasi 7 mesi, dalla data dalla in cui il Libero Consorzio di Agrigento ha trasmesso gli studi integrativi richiesti per il rilascio del parere) non depone comunque bene.
L’impegno del deputato Pisano
Eppure il deputato alla Camera Lillo Pisano esulta per la lettera che il Ministero, nonostante l’assenza del parere ENAC, ha inviato al Libero Consorzio Comunale.
Ecco le sue parole sui social: “Oggi è un giorno importante per la nostra provincia! Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha concluso l’istruttoria tecnica preliminare, dando il primo via libera al sito individuato per la costruzione dello scalo agrigentino, chiedendo ai bravi tecnici del Libero Consorzio Comunale approfondimenti utili per l’iter”.
Cosa non quadra
Non nascondiamo che Lillo Pisano sta difendendo con le unghia e con i denti l’idea dell’aeroporto, ma molte cose -purtroppo- non quadrano.
Prima di tutto, sembra assente la volontà politica del governo regionale, se è vero-come è vero- che il presidente Renato Schifani ebbe a dichiarare che l’aeroporto agrigentino “non è nelle nostre priorità”. Anche perché -sempre a parere del presidente della regione- ”non basta soltanto realizzare un aeroporto, ma occorre anche analizzare la sostenibilità finanziaria di quell’area aeroportuale, e che sia accompagnata da una progettazione che abbia una certa autonomia finanziaria e che non debba basarsi solo sui contributi pubblici”.
Le esigenze territoriali
Eppure, lo scalo avrebbe una sua logica finalizzata alla riduzione dei costi gestionali e alla razionalizzazione dei voli in relazione alle esigenze territoriali isolane.
Come dice il presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Agrigento, Rino La Mendola: ”Sarebbe opportuno concentrare, dal punto di vista amministrativo, le attività aeroportuali della Sicilia in due poli. Lo scalo agrigentino, così come quello di Birgi, potrebbe alimentare il polo occidentale dell’Isola che, dal punto di vista amministrativo, farebbe capo a Punta Raisi. Analogamente, lo scalo di Comiso potrebbe essere aggregato al polo orientale, facente capo a Fontanarossa. Ciò supererebbe eventuali concorrenze territoriali, consentendo peraltro una notevole riduzione dei costi di gestione e una più attenta e organica pianificazione dei voli”.