Concluso ieri il procedimento penale davanti al giudice di pace di Agrigento, dottoressa Maria Chillura Martino, che coinvolgeva Giuseppe Arnone, lo “sceriffo” di Agrigento.
Questi era stato querelato da Sergio Micciché, architetto e coniuge dell’avvocato Francesca Picone, con la quale lo “sceriffo” aveva avuto -alcuni anni fa- delle notorie polemiche e delle querelles giudiziarie.
La vecchia vicenda Arnone-Picone
In pratica, Giuseppe Arnone, all’epoca ancora iscritto all’albo degli avvocati, rappresentava ed assisteva Cinzia Barbieri e il figlio disabile -costituitisi parte civile- nel processo penale a carico dell’avvocato Francesca Picone e della sorella Concetta, consulente di un patronato, per tentata estorsione (le sorelle Picone furono poi assolte definitivamente dalle accuse in sede penale con sentenza della Cassazione).
In quell’occasione, a margine dell’udienza di primo grado tenutasi il giorno 31 gennaio 2017, Arnone avrebbe minacciato Miccichè (secondo la querela di quest’ultimo) dicendogli ‘”io ti rovinerò, ti manderò in galera e ti toglierò la casa”.
Il giudizio di ieri per minacce
Ebbene, ieri, Giuseppe Arnone -che aveva rinunciato rinunciato alla prescrizione- è stato assolto, per non aver commesso il fatto, dall’imputazione del reato di cui all’art. 612 del codice penale ovvero “perché minacciava Miccichè Sergio di un male ingiusto”.
Lo “sceriffo” agrigentino era difeso dagli avvocati Arnaldo Faro e Fabio Sardo, ai quali ieri non è rimasto altro che associarsi alla richiesta di assoluzione avanzata dallo stesso P.M. e poi fatta propria con sentenza del giudice di pace.
Adesso, Arnone ha reso noto di aver incaricato l’avvocato Fabio Sardo dell’azione legale di risarcimento dei danni nei confronti del querelante Miccichè.