martedì, 18 Novembre 2025
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    West Nile Virus: salgono a 19 i decessi e a 275 i casi confermati

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    Nell’ultimo bollettino della sorveglianza dell’Istituto Superiore di Sanità c’è  anche la Sicilia tra le 15 regioni (erano 12 nel precedente bollettino) dove sono stati segnalati e confermati casi di WNV.

    Il bollettino  sancisce che in Italia sono aumentati da 173 (dati bollettino precedente) a 275  i casi confermati di infezione da West Nile Virus (WNV) nell’uomo, mentre i decessi sono 19.

    Tra questi casi, ben 126 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva e 125 con casi di febbre. Sono 20 i casi asintomatici riscontrati, mentre 19 sono i decessi, di cui ben 8 in Lazio e ben 8 in Campania.

    La febbre West Nile

    La febbre West Nile è una malattia provocata dal relativo virus, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome).

    I serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare, le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo.

    Altri mezzi di infezione documentati, anche se molto più rari, sono trapianti di organi, trasfusioni di sangue e la trasmissione madre-feto in gravidanza.

    La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto.

    Il virus può infettare anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri.

     I sintomi

    Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con sistema immunitario deficitario.

    La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo.

    Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei.

    Questi sintomi possono durare pochi giorni (in pochi casi, anche qualche settimana) e variano a seconda dell’età della persona.

    Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la febbre è mediamente alta e si accompagna ad arrossamento degli occhi, mal di testa e/o dolori muscolari.

    Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

    I sintomi più gravi si manifestano in media in una 1 persona ogni  persone infette e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

     La diagnosi

    La diagnosi è generalmente condotta con test di laboratorio effettuati su siero e, a volte, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM.

    I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia.

    La diagnosi può anche essere fatta attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

     La prevenzione

    Non esiste un vaccino per la febbre West Nile.

    La prevenzione si basa nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare, proteggendosi da esse punture ed evitando che le zanzare possano agevolmente riprodursi .

    Occorre così usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; utilizzare le zanzariere alle finestre e ai balconi; svuotare di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante; cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali; etc…

    La terapia

    Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile.

    Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli.

    Ma nei casi più gravi è  necessario il ricovero in ospedale, dove possono essere somministrati i trattamenti con fluido intravenoso e -ove occorra- la respirazione assistita.

     

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