domenica, 16 Novembre 2025
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    Radioterapia all’ospedale di Agrigento: interrogazione dei deputati PD all’ARS

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    Criticità e carenze del servizio di radioterapia

    Una interrogazione sulle criticità e le carenze nel servizio di radioterapia presso l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento è stata presentata all’assessore regionale alla salute, Daniela Faraoni, dai deputati del gruppo parlamentare del PD all’Assemblea Regionale Siciliana.

    Prima firmataria dell’interrogazione parlamentare è Valentina Chinnici, vicesegretaria regionale del PD, alla cui firma segue quella di Michele Catanzaro, capogruppo PD all’ARS.

    In pratica, i deputati PD vogliono sapere se è intenzione del governo regionale adottare interventi celeri per assicurare il pieno ripristino del servizio di radioterapia del presidio ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento “a garanzia del diritto dei cittadini che vivono nel territorio a disporre di una struttura ospedaliera avanzata, funzionante ed efficiente”.

    La mancanza di nuovi acceleratori lineari

    Infatti, allo stato, presso l’ospedale agrigentino c’è un solo acceleratore lineare per effettuare la radioterapia.

    Questo, peraltro, è stato installato nel 2016 e, malgrado sia stato riammodernato nel 2024, è destinato nei prossimi 2 anni -secondo i deputati interroganti- “ad essere dismesso per vetustà tecnologica”.

    Secondo gli standard nazionali” -si legge nell’interrogazione-  “nell’Ospedale di Agrigento dovrebbero essere presenti, in rapporto al numero di abitanti, almeno 3 apparecchiature di acceleratori lineari per effettuare la radioterapia a beneficio dei malati oncologici”.

    Non solo. “Oltre alla carenza di apparecchiature e posti letto” -si legge ancora nell’interrogazione-  “si registra da tempo anche una grave carenza del personale medico con conseguenti disagi per i malati oncologici a cui viene leso il diritto alla salute e all’erogazione delle cure nel proprio territorio”.

    Le precedenti proteste

    L’interrogazione fa seguito alle recenti proteste e ai sit-in con lo slogan Io voglio curarmi qui!, organizzati con la partecipazione -tra gli altri-  degli stessi pazienti oncologici e di alcuni operatori sanitari.

    Durante le proteste è stato anche evidenziato che l’unico macchinario attivo presso il nosocomio di Agrigento corre il rischio di bloccarsi, anche solo temporaneamente.

    Ciò comporterebbe il pericolo concreto di rinviare i trattamenti dei pazienti oncologici. I quali sarebbero così costretti a spostarsi anche fuori dal proprio territorio, con gravi ripercussioni sul percorso di cura.

    L’urgenza di provvedere

    I deputati del PD pertanto ritengono “di estrema necessità ed urgenza l’adozione di interventi tempestivi e risolutivi al fine di garantire l’utilizzo di nuovi acceleratori lineari di ultima generazione, secondo quanto previsto dagli standard nazionali, così da ripristinare l’efficienza del servizio di radioterapia avanzata della struttura ospedaliera di Agrigento nonché la qualità delle cure”.

    In definitiva, gli stessi deputati sollecitano l’acquisto di altri due acceleratori lineari per la radioterapia.

    Infatti, risulta preoccupante il fatto che all’ospedale San Giovanni di Dio che ricade nel Comune capoluogo di una provincia con più di 440.000 abitanti (in cui -secondo l’interrogazione presentata- dovrebbero esserci almeno tre acceleratori lineari per effettuare la radioterapia) ci sia ad oggi un solo apparecchio tecnologico (peraltro installato nel lontano 2016).

     

     

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