Due parlamentari della I Commissione dell’ARS hanno scritto una lettera aperta, molto allarmante, sulla nomina del nuovo direttore generale dell’ASP di Palermo.
Si tratta dei deputati regionali Angelo Cambiano e Lidia Adorno, i quali auspicano che “la salute non sia terreno di equilibri politici”.
No a nomina di Alberto Firenze
In pratica, i due parlamentari dell’ARS dicono no alla nomina di Alberto Firenze quale direttore generale dell’ASP di Palermo, ritenendo che lo stesso non abbia l’esperienza professionale necessaria richiesta per la complessità e le dimensioni dell’ASP di Palermo che “rappresenta una delle realtà sanitarie più articolate e impegnative dell’intera regione”.
La lettera aperta è stata indirizzata al presidente della regione, Renato Schifani, all’assessore regionale alla salute, Daniela Faraoni, e al presidente della prima commissione dell’ARS, Ignazio Abbate.
Clima d’incertezza
“È con profondo senso di responsabilità che abbiamo ritenuto doveroso intervenire sulla possibile nomina del dott. Alberto Firenze alla guida dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Palermo” -scrivono Angelo Cambiano e Lidia Adorno.
Ed evidenziano :“la seduta della Prima Commissione, chiamata ad affrontare la questione della nomina del nuovo Direttore Generale dell’ASP di Palermo, è venuta meno per assenza del numero legale. Questo non può essere liquidato come un semplice incidente procedurale, ma rappresenta un chiaro segnale politico della delicatezza della decisione da assumere e del clima di incertezza che avvolge l’intera vicenda”.
ASP di Palermo non è struttura qualunque
I due parlamentari affermano che “non si tratta di mettere in dubbio la competenza professionale del dott. Firenze, ma di comprendere se la sua esperienza, maturata prevalentemente in ambito ospedaliero e accademico, sia adeguata a un incarico che implica una visione territoriale ampia, un dialogo costante con i sindaci, con il terzo settore, con i distretti e con i cittadini: in buona sostanza, una dimensione manageriale a tutto tondo”.
L’ASP di Palermo -continuano Cambiano e Adorno– “non è una struttura qualunque”, ma “copre un territorio di 82 comuni con oltre 1,2 milioni di abitanti, gestisce un bilancio di 2,5 miliardi di euro, con oltre 5.200 dipendenti e una rete articolata di presidi sanitari: 6 ospedali, 46 ambulatori, 36 Case di Comunità, 12 Centrali Operative Territoriali e 10 Ospedali di Comunità”.
Necessità di managerialità e visione strategica
Un’organizzazione di tali dimensioni -a parere dei due parlamentari- “richiede una direzione caratterizzata da forti competenze manageriali, capacità di programmazione e visione strategica”, così come le sfide future (dall’attuazione del DM 77/2022, allo sviluppo della telemedicina e all’attuazione del PNRR) “richiedono un profilo dirigenziale abituato alla complessità organizzativa e all’integrazione socio-sanitaria, non solo all’amministrazione di strutture ospedaliere”.
“Nell’analisi del profilo curriculare in questione” – prosegue la lettera aperta – “non pare possa riscontrarsi la necessaria esperienza gestionale e strategica di direzione di strutture complesse distrettuali, dipartimentali o di grandi servizi territoriali. Non risulta inoltre alcuna esperienza nella gestione dell’integrazione ospedale-territorio e dei servizi socioassistenziali territoriali”.
Valutazione tecnica e non logiche politiche
“Ciò che più temiamo è che la difficoltà nel convergere su un nome e i tempi con cui si è arrivati alla designazione nascondano, più che una valutazione esclusivamente tecnica, una scelta di natura squisitamente politica, frutto di un equilibrio interno alla maggioranza regionale e delle logiche di spartizione che da tempo condizionano la gestione delle nomine sanitarie in Sicilia” -si legge ancora nella lettera dei parlamentari M5S Angelo Cambiano e Lidia Adorno.
I quali concludono: “La politica ha il dovere di fare delle scelte, ma quando si parla di salute non ci si può permettere che quelle assunte rispondano a logiche di mera compensazione politica”.










