“Adragna ha sempre seguito i suoi istinti, non è stato mai condizionato dalle decisioni prese dal partito democratico agrigentino”. Sono le parole del segretario provinciale del Pd, Emilio Messana, all’indomani dell’annuncio ufficiale del senatore di abbandonare Bersani & company per approdare alla corte del professore Monti che proprio stasera ha sciolto la riserva: salirà, come dice lui, in politica. E lo farà in prima linea. Lo ha comunicato in serata nel corso di una conferenza stampa convocata a sorpresa dopo un lungo confronto con i leader centristi. Al Senato, visto che c’è da superare lo sbarramento dell’8%, sarà formata una lista unica, mentre alla Camera le forze federate andranno in ordine sparso. Il premier dimissionario sarà a capo della coalizione, ma non si candiderà.
E dunque lo scenario in vista delle Politiche comincia a delinearsi. Almeno per quanto riguarda gli schieramenti, le alleanze e i candidati premier. Carte quasi tutte ancora da scoprire invece sul fronte delle candidature al Parlamento.
Il Pd è alle prese con le Primarie. Ad Agrigento sono 12 quelli in corsa che si sfideranno il 30 dicembre. Otto donne e quattro uomini, tra cui il veterano Angelo Capodicasa. Anche il Sel, alleato del Pd, si affiderà domenica prossima alle Primarie per la scelta dei deputati e dei senatori. Gli altri partiti invece sono al lavoro per capire chi inserire nelle liste: c’è la lotta alle prime posizioni, quelle utili per potere raggiungere la Capitale. Il destino dei singoli candidati è nelle mani dei big, dal momento che l’attuale legge elettorale, come è noto, non prevede la preferenza.
In casa Udc, si fa sempre più insistente la voce secondo cui il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto, sarebbe sul punto di rassegnare le dimissioni per proporsi per una poltrona, sicura, a Montecitorio. Al lavoro anche gli uscenti Giuseppe Ruvolo, Pid-Cantiere Popolare, Ignazio Messina, Idv, e Vincenzo Marinello, Pdl. Quasi certamente non ci riproverà Calogero Mannino.