“Le chiediamo di volere fare chiarezza su quale sia la posizione sua e quella dei consiglieri comunali di Agrigento circa gli esposti denuncia presentati dal Vice Presidente Giuseppe Di Rosa a vari organi ed uffici pubblici”. E’ la nota che gli attivisti del gruppo Fb Agrigento Punto e a Capo hanno indirizzato al presidente di Aula Sollano, Aurelio Trupia,
“La vicenda – si legge nel documento – si riferisce alle iniziative poste in essere da Di Rosa nei nostri confronti, protagonisti da anni di battaglie civiche volte a stimolare l'attività degli Organi elettivi di governo del territorio”.
Il caso incriminato riguarda un loro intervento, provocatorio e simbolico, per la riparazione di due condotti pluviali, asportati da ignoti dal sistema di smaltimento delle acque meteoriche del Palazzo Tomasi di Piazzetta Sanso, di proprietà comunale.
“Di Rosa – scrivono – ha inoltrato esposti denuncia ad uffici pubblici, a suo avviso, competenti a vario titolo all’applicazione di sanzioni. Poichè appare ai più, ed ai molti cittadini, che in questi giorni hanno voluto significarci la loro solidarietà rispetto ad iniziative di cui non sfugge il carattere oggettivamente intimidatorio, che Di Rosa abbia agito in forza della qualità di Vicepresidente del Consiglio Comunale, chiediamo che aula Sollano si esprima”.
E tra i primi ad ufficializzare la posizione, attraverso anche una nota stampa, è il consigliere comunale di “Voce Siciliana”, Alessandro Patti.
Ecco il testo integrale del suo documento:
“Stamane, è giunta in Ufficio di Presidenza una nota firmata da un centinaio di cittadini, con la quale si chiede ai singoli consiglieri di prendere posizione in merito alla querelle sorta intorno alla c.d. “Operazione Cannalata”. Non ho la benchè minima intenzione di tirarmi indietro e pertanto dico subito che da tempo osservo, registro e seguo tutte le iniziative portate avanti dai tanti movimenti civici che fioriscono in città. Certo, non sono mancate le aspre, a volte anche immeritate ed a tratti financo supponenti critiche rivolte al Consiglio ed ai singoli consiglieri; ma tutto ciò, epurandolo di qualche piccola caduta di stile, fa in fondo parte del gioco. Rimane il fatto che il fiorire del civismo è sintomo di grande voglia di partecipazione, di attenzione alla gestione della cosa pubblica: in una città pressocchè morta, è soprattutto sintomo di grande vitalità e speranza per un futuro migliore, nel quale ciò che è di tutti finalmente non è più “di nuddu”!
Ciò detto, ritengo che gli stessi firmatari del documento sappiano già che la “disobbedienza civile” pone comunque al di fuori delle regole dello Stato di diritto. E’ pur vero che le disobbedienze praticate dai cittadini in questione (ad esempio rattoppare buche sul manto stradale, applicare pluviali mancanti su edifici di valore storico, etc.), pur rimanendo errate ed irrituali, si appalesano innanzitutto quali azioni dal forte sapore provocatorio e simbolico, spesso volto a denunziare e lamentare l’inerzia e l’inadeguatezza della mano pubblica. Nel caso di specie, fermo restando quanto detto sopra, rimane il fatto che “la disobbedienza Cannalata” ha inchiodato l’Amministrazione attiva dinanzi alle altrettanto deprecabili manchevolezze, qui colmate con una spesa complessiva di 30 Euro, l’ausilio di una scala e l’opera di due addetti ai lavori. A nessuno potrà venire in mente di giustificarsi, recitando la solita litania secondo cui “il Comune non ha soldi”!
Colgo l’occasione per ricordare che, tempo addietro, denunziai lo stato di abbandono in cui versa il nostro Palazzo Tomasi, del quale questa Amministrazione (per la verità nel corso della precedente sindacatura) avrebbe addirittura voluto sbarazzarsi, avendolo inserito tra i beni da alienare. Il lodevole intervento del precedente Consiglio Comunale evitò che ciò accadesse, non riuscendo però a salvare il Palazzo dall’incuria. Il mio sogno è quello di vedere il Palazzo Tomasi in funzione, magari inserito in un circuito turistico-culturale che preveda un viaggio intorno ai “luoghi del Gattopardo”, oppure adibito a sede dei corsi di quell’Università che vorrei ubicata nel cuore pulsante della mia città.
Insomma, rimango convinto del fatto che le degenerazioni della “disobbedienza Cannalata” abbiano già indotto questi cittadini a rivedere modi e termini delle loro future intraprese che, se condotte entro i normali canoni, non potranno che riscuotere le incondizionate simpatie della cittadinanza e dell’intera classe politica locale.
Quanto infine all’evitabilissima querelle – con annessi e sgradevoli strascichi, degni di fornire spunti per un’esilarante novella di Pirandello – ritengo si debba molto semplicemente decidere se stare dalla parte di coloro i quali dispongono ancora di una sufficiente scorta di senso del ridicolo o meno. Per quanto mi riguarda, spero sia abbastanza chiaro da quale parte mi collochi”.