RITARDI NEI PAGAMENTI DELLE RETRIBUZIONI, NELLA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA, INADEGUATEZZA NELLA GESTIONE DEL PROGETTO PROMETEO, DELL’IEFP, LA GESTIONE DEL PIANO GARANZIA GIOVANI E LE POSSIBBILI PROSPETTIVE, AL CENTRO DELL’INTERVENTO DELL’ESPONENTE SINDACALE DELLA UIL SICILIANA
Il settore della Formazione professionale registra un nuovo momento di forte tensione sociale. Il mancato pagamento delle retribuzioni ai lavoratori, i tanti licenziati, quelli sospesi dal lavoro si innestano in un settore acuito dai ritardi nell’avvio delle attività formative nelle filiere degli Interventi formativi e dell’Istruzione e la Formazione professionale (ex Oif) e dal tentativo del Governo regionale di chiedere ulteriori sacrifici ai lavoratori dei Servizi formativi.
Facciamo il punto della situazione con Giuseppe Raimondi, segretario confederale con delega al mercato del lavoro della Uil Regione Sicilia.
All’esponente sindacale abbiamo chiesto l’analisi dello stato dell’arte del comparto con particolare riferimento alle criticità che hanno contribuito ad alzare l’asticella della tensione sociale nelle ultime settimane.
Il primo affondo critico Raimondi lo riserva al progetto Prometeo, gestito dal Ciapi, destinatario nel 2013 di 35 milioni di euro dal Governo regionale per contrattualizzare circa 2 mila lavoratori, licenziati o sospesi, per sette mesi.
“Nel 2013 l’idea del progetto Prometeo era valida non essendoci alternative per assicurare i livelli occupazionali di coloro che avevano perduto il posto di lavoro o erano rimasti sospesi a seguito di revoca dell’accreditamento del proprio ente di appartenenza. Oggi il Governo ha trattato questo progetto come se fosse una ‘praticuccia’di quint’ordine, di fatto, disattendendo gli impegni assunti, il primo dei quali si riferisce alla possibilità di avere la concessione a titolo gratuito dei locali dove si svolge l’attività formativa. In secondo ordine, l’applicazione di un sistema di rendicontazione che appare iniquo rispetto all’obiettivo di garantire oltre all’offerta formativa sui territori anche le retribuzioni dei lavoratori. Non ultimo quello di creare le condizioni affinchè tutti gli idonei venissero raggiunti da una proposta di lavoro. Va da se che, su 2000 idonei attualmente i lavoratori impiegati sono circa 550. E l’avvio dei 43 corsi, più volte annunciato, se l’Amministrazione regionale, che a nostro giudizio non ha nessuna tensione positiva a risolvere un problema di così grande rilevanza sociale, non cambia passo, il progetto si avvierà speditamente verso un eclatante fallimento. Tutti gli sforzi compiuti dai lavoratori per reclutare gli allievi e assicurare il servizio saranno – ahimè – vanificati”.
Altro aspetto trattato con il segretario confederale di Uil Sicilia è quello del piano della Garanzia Giovani Siciclia.
“Sul versante del Piano Giovani riscontriamo che la fase di start-up del programma, con tutta la sua complessità per alcuni fattori oggettivi e concorrenti, è stata abbastanza complicata. Come ad esempio, l’inadeguatezza della rete informatica della Regione siciliana che nulla ha a che fare con la piattaforma informatica approntata all’uopo dal ministero del Lavoro e denominata ‘Sil’. Fatto che ha causato l’impossibilità per i Centri per l’Impiego (CpI) di profilare e avviare all’orientamento il numero di utenti programmato nella fase iniziale del progetto. Tant’è vero che, risolto nelle settimane scorse il problema e affinato il sistema di comunicazione per gli utenti aderenti, il numero dei colloquiati è aumentato considerevolmente. Infatti, i colloquiati passano nel giro di dieci giorni da 8 a 12 mila. Ed in questi giorni il trend continua a crescere. Questo significa che la rendicontazione, relativa alle misure accoglienza e orientamento di primo e secondo livello, sta recuperando il gap iniziale, potendo consentire il pagamento degli stipendi rispetto l contratto di lavoro sottoscritto dai circa mille e 600 operatori. Il piano Garanzia Giovani si avvia, intanto, alla fase successiva con la messa in campo delle altre misure: formazione, tirocinio, tirocinio extracurriculare, mobilità transnazionale, autoimpiego e auto imprenditorialità, i cui bandi sono stati pubblicati. Tuttavia, nonostante la fase iniziale, il ministero del Lavoro, in sede di acquisizione dei dati, da quanto ci riferisce Governo regionale, pare abbia mostrato forti perplessità in merito alla prosecuzione del progetto affidato in ‘house providing’ al Ciapi di Priolo. Questa novità apre una fase nuova. Il Governo regionale ha fatto sapere che bisogna adottare soluzioni diverse e, aderendo alle sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, misure che assicurino il mantenimento dei livelli occupazionali. La trattativa in corso è complicata perché la posizione del Governo è molto rigida ancorchè aperta al dialogo e lascia prefigurare, se non si trovano soluzioni alternative a quella attuale, la risoluzione del rapporto di lavoro in via anticipata per tutti i 1600 lavoratori. Rammento che circa la metà dei contrattualizzati non ha più un ente di riferimento e che, quindi, ogni soluzione va coniugata anche e soprattutto in difesa di questi lavoratori”.
Sulla trattativa in corso con l’esecutivo regionale che ha agitato le acque nel settore tra i lavoratori, il sindacalista è chiaro nella posizione assunta dalla Uil in Sicilia.
“Noi non possiamo permetterci il lusso di non trattare fino alla fine, allo scopo di trovare la soluzione migliore per garantire il servizio agli utenti in maniera tale che si delinei un sistema di erogazione dei servizi per il lavoro che possa intercettare le enormi risorse contenute nel Piano operativo regionale (Por) 2014/2020. I lavoratori costituiscono una risorsa professionale all’altezza di accettare la sfida e quindi indirizzeremo le nostre migliori energie per evitare che escano fuori da un contesto di programmazione che, nel prossimo periodo di programmazione comunitaria, possa assicurare loro un lavoro stabile.
In questo contesto va ricordato che nel Piano straordinario per rafforzare l’occupabilità in Sicilia (Pac IV), che contiene risorse per 242 milioni e 700 mila euro, di cui 150 milioni di euro destinati al pagamento della Cassa integrazione guadagni in deroga (Cigd) e mobilità in deroga per l‘anno 2014, sono contenute anche risorse per 50 milioni di euro per le politiche attive da attivarsi per i percettori degli ammortizzatori sociale in Sicilia. E pertanto, anche su queste ultime risorse, il ruolo professionale di questi lavoratori deve rimanere centrale. Le azioni e le misure previste dalla Garanzia giovani, contrariamente a quanto possa sembrare, non si esauriranno con tale piano ma continueranno attraverso il Piano operativo nazionale (Pon) che prevede circa 500 milioni di euro da destinare alla politiche attive del lavoro oltre a quanto stanziato nel Por Fse Sicilia 2014/20. Altra azione di rilievo, contenuta nella cosiddetta Pac IV, è quella riguardante l’esodo incentivato nella misura di 20 milioni di euro. Su tale misura il Governo regionale deve armonizzare le azioni messe in campo dal dipartimento Lavoro da un lato e dal dipartimento Formazione professionale dall’altro, non potendosi, in tal senso, differenziarsi il destino dei lavoratori impegnati elle diverse filiere di attività all’intero dello stesso datore di lavoro dell’unico sistema regionale della Formazione professionale. Sempre all’interno del Pac IV è previsto l’intervento per la riqualificazione e la ricollocazione del personale della formazione professionale rimasto privo d’incarico. Stanziati 15 milioni di euro per tale azione. Anche su questa partita attendiamo che venga definitivamente esitato dal ministero dell’Economia per cominciare a dare risposte concrete ai lavoratori. In ultimo, l’esodo (prepensionamento) previsto sempre dal Pac IV, anche se l’intervento raggiungerà pochi lavoratori perché si applica il regime di ‘de minimis’, il che significa che per ogni datore di lavoro, saranno assegnati 200 mila euro per il raggiungimento dello scopo che dovrebbe toccare circa 240 beneficiari accompagnati alla pensione nell’ambito di un ‘range’ da uno a quattro anni di debito previdenziale”.
Altro tema trattato, la situazione delle filiere degli Interventi formativi e dell’Istruzione e Formazione professionale (ex Oif).
“Sulla filiera degli Interventi formativi riscontriamo una azione di governo
assolutamente inadeguata nella fase di ricostruzione del sistema formativo siciliano. L’azione di moralizzazione, giusta e condivisa, a volte ha registrato provvedimenti abnormi che hanno determinato la chiusura di enti lasciando i lavoratori senza lavoro e prospettive. L’idea di assegnare ai Consorzi dei Comuni le attività formative, soggetti che già nascono gravidi di mille problemi, è perdente ed ha il sapore di uno ‘scaricabarile’ che assolverebbe la Regione dalla responsabilità che la legge le assegna. Il ritardo nella programmazione 2015/2016 è evidente ed il ritardo è tanto più grave perché le risorse appostate sul Piano operativo 2014/2020 consentono la prosecuzione delle attività. Ed invece, non si capisce per quale motivo l’Autorità di Gestione del Fondo sociale europeo (Fse) e comunque il dipartimento regionale alla Formazione professionale non abbia ancora provveduto agli atti consequenziali. Per non parlare dell’altrettanto enorme ritardo di un’altra filiera di attività come quella dell’Istruzione e Formazione professionale dove a risolvere i problemi occupazionali sono stati gli stessi lavoratori che hanno sottoscritto pesantissimi contratti di solidarietà a causa dell’inadeguatezza dell’azione di governo”.
Raimondi non risparmia critiche alle scelte che l’esecutivo regionale ha assunto negli ultimi due anni che hanno avuto un impatto devastante sotto l’aspetto sociale.
“Il Governo regionale ha l’obbligo, per definizione, di approntare un atto di indirizzo e programmazione per l’attività formativa 2015/2016, altrimenti il prossimo giugno/luglio, al termine delle attività, dovrà fare i conti con quella ‘macelleria sociale’ che a parole proclama di evitare e che nei fatti ha attuato, creando macerie e disperazione. I risparmi tanto sbandierati dal Governo regionale in realtà sono solo tagli netti alle retribuzioni dei lavoratori che non possono più sopportare questa situazione. Qualche mese fa avevamo elencato sia l’emergenze sia un ventaglio di soluzioni per i lavoratori privi di incarico ma il Governo ancora non si è degnato di fornirci una risposta.
1 commento
Qualcuno non ha venduto l’anima al diavolo, ma ha venduto i lavoratori della formazione professionale ai politici che dopo averli usati li hanno fatto licenziare.
Sono un ex dipendente della formazione professionale assunto nel 1980 e licenziato nel 2014.
Io mi sono visto scippare impotente il mio lavoro anno dopo anno, dai politici che si sono avvicendati nella formazione professionale che continuavano a imporre nuovi dipendenti, e dai sindacalisti che sono stati a quardare complici.