Inaugurata in nome della pace e della fratellanza tra i popoli la moschea di piazza Ravanusella
La nuova moschea di Agrigento è stata inaugurata oggi con la presenza di ospiti, anche non musulmani, e delle autorità, tutti accolti in un momento di festa e di grande ospitalità. A tagliere il nastro è stata la dottoressa Battaglia della prefettura di Agrigento. Al tavolo degli interventi, ovviamente, l’imam di Agrigento e l’imam di Catania oltre che rappresentante della comunità musulmana in Sicilia, don Luca Cammilleri delegato della diocesi per l’Islam, Di Spoto, musulmano italiano e presidente della Coreis, Driss Soulib imam di Piazza Armerina, il rappresentante del consolato marocchino e per ultimo, primo tra gli applauditi, fra Giuseppe che ha conquistato con il suo intervento il cuore dei numerosi presenti.
Sono state ricordate le vittime della strage in Tunisia ed è stato condannato l’estremismo che non “fa parte dell’Islam. “La cosa più importante per gli uomini – ha detto l’imam di Catania – non è essere bravi lavoratori, bravi padri o madri di famiglia, ma amare il prossimo”. Driss Soulib ha sottolineato che i più danneggiati dalla violenza dell’Isis sono proprio i musulmani “vittime massacrate come i cristiani e visti come possibili terroristi. Loro non sono l’Ismam che è un credo di pace”.
“Non può – ha detto Di Spoto – un musulmano uccidere”.
Ma, dicevamo, chi ha conquistato il cuore di tutti è stato fra Giuseppe, il superiore del convento francescano di Favara, il frate, che con l’imam Rhaziane, ha recentemente e con successo organizzato la marcia della pace. Manifestazione che è andata sui media nazionali e sull’Osservatore romano.
“Guardando le pareti della moschea, ricordo il luogo che mi ha ospitato per tre anni nella mia missione in Marocco. Mi sento a casa mia e tra amici. Noi tutti abbiamo davanti due strade e una sola scelta da fare: vivere con le barricate, popoli divisi sullo stesso territorio o vivere da fratelli”. Ha chiuso il suo applauditissimo intervento con “vi lascio l’immagine di un frate che tiene in mano il Corano e di un imam che tiene in mano il Vangelo”. La festa è continuata con la distribuzione di dolci e bevande tipiche del Marocco.
1 commento
Bellissima notizia. ..Dio è lo stesso con diversi nomi e i valori fondamentali devono essere gli stessi