Si inaugura la nuova moschea, arrivano le autorità, c’è l’imam di Catania rappresentante dei musulmani in Sicilia, il console, politici locali, persino i candidati a sindaco della Città dei templi, tanti fedeli.
Li accoglie l’imam della nuova moschea. Fuori, accanto all’ingresso i tavoli con i dolci e le bevande tipiche del Marocco. C’è il nastro da tagliare, una donna porta le forbici su un cuscino ricco di ricami, si inizia la cerimonia e si entra nella moschea. E si entra scalzi, ché il pavimento è coperto di tappeti e su di essi si prega, dunque, bisogna tenerli puliti.
L’imam nella concitazione del momento ha dimenticato di togliersi le scarpe. E’ fra Giuseppe, il guardiano del convento francescano di Favara, a farglielo notare. “Togliti le scarpe”. L’iman gli sorride, lo ringrazia e ripara immediatamente all’errore.
Intanto, dall’altra parte del Mediterraneo c’è chi ammazza in nome di Dio.
Foto di Salvatore Giglia