Chiuso da un decennio, oggi si iniziano i lavori di manutenzione e di adeguamento alle nuove normative del Teatro San Francesco.
Ritorna una struttura, un vero e proprio gioiello negato per lungo tempo alla collettività.
“Senza aiuti finanziari – ci dice fra Giuseppe Maggiore, Guardiano del Convento dei frati minori – ma grazie al volontariato si iniziano i lavori per riaprire il teatro. Non riceviamo soldi, ci viene offerto il materiale dai commercianti locali e il lavoro da parte degli artigiani che si avvalgono della collaborazione degli ospiti della Tenda del Padre Abramo. Stiamo sistemando i servizi igienici, la manutenzione del tetto, la pitturazione di tutto il locale. Mentre in ottimo stato è gran parte della struttura, comprese le sedie, che, comunque, devono essere pulite e portate come nuove. E’ un lavoro che durerà più di un mese, ad ogni modo, è mia intenzione di completarlo prima del mio trasferimento da Favara per altre destinazioni”.
E se lo dice fra Giuseppe, che ha portato al successo ogni singola sua iniziativa, possiamo crederci. Il teatro riaprirà a breve. Una bella notizia velata dalla meno buona del suo trasferimento. E’ stato un “saio” tra i favaresi. Una tonaca che ha portato gioia e aggregazione con le sue molteplici iniziative. Ma lasciamo spazio a questi argomenti per quando sarà il momento. Diciamo solo e senza polemizzare con alcuno che il frate apre il teatro e prima ancora ha aperto se stesso. Dice Papa Francesco “Quando la chiesa diventa chiusa, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno, una chiesa chiusa è ammalata, la chiesa deve uscire verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano. Preferisco mille volte una Chiesa incidentata, piuttosto che chiusa e malata”. E allora mille volte meglio “l’incidentato”, se per qualcuno lo è, fra Giuseppe. Ovviamente la scelta di nuove strade da percorrere e di nuove forti esperienze è di fra Giuseppe.