“Interveniamo per esprimere tutto il nostro disappunto per il modo in cui si sta affrontando il gravissimo problema del Dissesto Finanziario del nostro Comune.
Da mesi assistiamo ad un continuo rincorrersi di notizie, proclami, prese di posizione, lezioni di economia e di gestione amministrativa da parte di chi, troppo spesso, non ha la più pallida idea della reale situazione finanziaria dell’Ente o da chi, invece, ne ha piena consapevolezza e continua per paura personale o per semplice sciacallaggio politico ad alimentare un clima di terrore su questo argomento.
Il dissesto è una tragedia per ogni Ente costretto a dichiararlo, una sconfitta per la classe politica ed amministrativa della città e soprattutto una sconfitta per l’intera comunità, ma la dichiarazione di dissesto, contrariamente a quanto troppo spesso si lasci intendere, non è una scelta arbitraria o politica”. E’ l’inizio del ragionamento di Antonio Palumbo, ex candidato a sindaco e già consigliere comunale di Rifondazione comunista. Antonio Palumbo è uno di quelli tosti, che le cose non se le lasciano dire. Il suo impegno durante la precedente sindacatura è stato, tra l’altro, premiato con una valanga di suffragi che, comunque, con una sola lista non lo ha portato in ballottaggio.
“Il nostro comune – continua Antonio Palumbo – purtroppo versa in uno stato di reale dissesto già da diversi anni, tuttavia, si è per lungo tempo tentato di tutto per evitare di dichiararlo nella speranza, magari, che altri si assumessero la responsabilità di farlo.
Mi dispiace per i neo consiglieri comunali di opposizione che si sono lasciati trasportare in questa polemica inutile e dannosa, consigliati magari da qualche collega (della vecchia maggioranza) o ex amministratore, ma purtroppo la realtà è questa.
Si chiede la rimodulazione del Piano di Riequilibrio , ma quali novità così significative ci sono state in quest’anno trascorso per giustificare tale rimodulazione : nuove entrate? La normativa è cambiata? Quali misure che la stessa dirigente non ha saputo predisporre l’anno scorso? La verità è che il piano non può essere rimodulato semplicemente perché la situazione è troppo grave è non ci sono soluzioni miracolose.
Tutte le proposte che sento fare in questi giorni rispecchiano quelle misure già proposte e votate dal vecchio consiglio comunale e disattese o realizzate con colpevole ritardo dalla vecchia amministrazione.
Occorre una volta per tutte fare un po’ di chiarezza e smentire le principali argomentazioni paventate da più parti in questi giorni per opporsi al dissesto:
– “con il dissesto finanziario saranno aumentati tutti i tributi al massimo consentito per legge”, peccato però che le tasse e le imposte cittadine sono già al massimo delle aliquote previste, aumentate negli anni passati per chiudere i bilanci e supportare il Piano di Riequilibrio, dunque, non cambierebbe niente;
– “I servizi non indispensabili verranno tutti tagliati”: già fatto (asili nido, palestra, piscina) e per supportare il piano la vecchia amministrazione ha già deciso di tagliare dal 2017 pure la mensa scolastica;
– “I dipendenti verranno licenziati”, inesatta pure questa motivazione i dipendenti di ruolo del comune non rischiano niente perché sono già sottorganico, mentre per i lavoratori precari esiste già una norma che paradossalmente li garantisce solo in caso di dissesto.
Allora la differenza dove sta? Con il Piano di Riequilibrio faremo 10 anni di sacrifici non avendo la sicurezza che alla fine non saremo comunque costretti a dichiarare il dissesto, con l’ulteriore rischio che la situazione si aggravi, di contro la classe politica si auto assolverà evitando che siano accertate le responsabilità.
Da questa situazione non ne esce bene neanche l’amministrazione e la maggioranza Grillina, che hanno gestito male tutta la vicenda fin dal loro insediamento”.
E da qui, Antonio Palumbo inizia a bacchettare i grillini.
“Da un movimento che predica la partecipazione, la trasparenza e la chiarezza ci saremmo aspettati dei comportamenti diversi, invece, fin dal primo giorno hanno cercato in tutti i modi di evadere il confronto con la città e grazie alla schiacciante maggioranza consiliare sono riusciti ad evitare il confronto in consiglio comunale, luogo istituzionalmente deputato a tale decisione.
Si sono trincerati dentro le stanze del potere, dietro un muro, e dopo essersi fatti i propri calcoli hanno deciso di annunciare alla città la loro decisione .
No, non è cosi che doveva essere gestita la vicenda, la città non è di loro proprietà e non dovrebbero avere la presunzione di rappresentarla tutta. Avrebbero dovuto aprire dei tavoli di confronto, spiegare bene a tutti la situazione, confrontarsi con le associazioni, i movimenti, la politica , i cittadini.
Avrebbero dovuto condividere le scelte e le responsabilità, bisognava preparare la città al dissesto cercando le soluzioni per alleviarne e mitigarne le disastrose conseguenze.
Farlo adesso, per come annunciato è troppo tardi.
L’esiguo tempo a disposizione doveva essere impiegato a preparare la città e la macchina amministrativa e non ad anticipare la scelta della Corte dei Conti.
Adesso ci aspettiamo che si mettano seriamente al servizio della città cercando di rimediare agli sbagli fatti, creando il clima e le condizioni per poter affrontare questi difficili anni che ci aspettano nel migliore dei modi.
Infine chiediamo all’Amministrazione ed al consiglio comunale di accertare le responsabilità di quello che è successo dando seguito alla promessa fatta e non mantenuta da Manganella di individuare chi in questi anni a favorito parenti ed amici a discapito della città”.