Poche ore fa mi trovavo all’interno della Chiesa del Convento dei frati francescani per il saluto di fra Giuseppe che lascia Favara. Ho visto arrivare Anna Alba con il marito, immediatamente chiamati a sedere in prima fila, ma la sindaca con molto garbo ha declinato l’invito preferendo qualsiasi posto tra la gente. Dicevo, un garbato no al posto riservato alle “autorità”, quando in passato per nessuna ragione si sarebbero comportati come Anna. Anzi, alcuni di loro avrebbero utilizzato anche la sedia gestatoria se solo il trono mobile destinato ai Papi fosse stato previsto per i sindaci di Favara.
I presenti hanno apprezzato la semplicità e l’umiltà della sindaca. Li ho sentiti bisbigliare “u vidi chi è brava”, “si vidi ca è na brava carusa”. E noi, sinceramente, avevamo davvero la necessità di tagliare con il passato e di avere dentro il palazzo persone normalissime, semplici e, nello stesso tempo, capaci di governare la città.
Mi permetto di aggiungere che personalmente ho apprezzato molto il suo spontaneo sottrarsi al centro della scena. E mi unisco al coro di bisbigli “è una brava carusa”.
Preferisce stare tra la gente, la stessa che incontrerà la settimana prossima in diversi appuntamenti per ragionare sul futuro di Favara e in particolare sulla questione finanziaria del Comune.