E’ vera e propria emergenza idrica a Favara, dove, in alcune zone, arriva nelle abitazioni per poche ore ogni otto giorni. Centro storico, piazza Cavour e dintorni è uno dei quartieri che sta patendo i maggiori disservizi.
In pratica, all’interno della stessa città i turni di erogazione non hanno la stessa durata, così come, del resto, accade nei 27 Comuni gestiti da Girgenti acque, ci sono i più fortunati e i meno. A Roma direbbero che è un servizio ndo cojo, cojo.
Un ndo cojo, cojo, costoso per l’utenza che paga bollette esose e acquista l’acqua dai privati se non vuole restare a secco.
Ovviamente chiamarla emergenza è una cazzata di enormi proporzioni, emergenza è trovarsi in una situazione di improvvisa difficoltà. Nel servizio idrico la difficoltà è storica, di contro, l’unica improvvisata è la gestione dell’acqua.
La sindaca di Favara ha diffidato Girgenti acque, gli altri suoi colleghi protestano, il prefetto conosce la situazione.
Chi ci può aiutare? Girgenti acque gestisce il servizio idrico integrato per conto dell’Ati, quest’ultimo è formato da tutti i Comuni della provincia, ognuno con una situazione idrica diversa dall’altro. La zona montana è ricca d’acqua e al massimo si dispiace della sete dalla zona costiera. Insomma, quando si riuniscono ognuno tira il carro per il proprio verso.
La Regione è l’autorità superiore. Ha stabilito con proprie leggi la gestione delle risorse idriche e ha consegnato ai gestori il compito della distribuzione.
La massima autorità dovrebbe intervenire a fronte della pessima gestione del servizio. La stampa ne parla, per quanto riguarda SiciliaOnPress, gridiamo un giorno si e l’altro pure che solo la Regione può dare risposte risolutive in termini di miglioramento della distribuzione idrica e di costi. Recentemente abbiamo raccontato la storia del canone sull’acqua, 8milioni di euro che Siciliacque deve versare nelle casse regionali. Soldi, manco a dirlo, dei cittadini che ricevono il prezioso liquido ogni otto giorni.
Deputato agrigentino che siedi all’Ars, perché non parli?
Michelangelo finito di scolpire il Mosè, meravigliato egli stesso dalle perfezioni delle forme, racconta un aneddoto, abbia esclamato “Perché non parli?”
Davanti alla perfezione di un disservizio che non ha pari in nessun altro territorio, perché il deputato seduto all’Ars non parla. E in particolare gli agrigentini deputati perché non parlano.
Solo la Regione ha il potere attraverso il legislatore dell’Assemblea di risolvere tutte le problematiche legate al servizio idrico dal suo costo alla qualità dello stesso. Ma se non si occupano di acqua, bene essenziale, di cosa vogliono occuparsi? Intorno al prezioso liquido gira anche l’economia di un territorio. Favara ha scoperto la sua vocazione turistica, in molti hanno investito nel settore alberghiero e nella ristorazione, ma se manca l’acqua, come oggi manca nella zona dove insistono le attività commerciali, come saranno accolti i visitatori e i turisti?
Deputato perché non parli?