Ogni due o tre mesi si ripete il fenomeno del non ci sono i soldi per pagare i netturbini. Più precisamente, non ci sono i soldi per pagare il raggruppamento di imprese che gestisce il servizio e a cascata i netturbini. Ragione per la quale, il Comune non salda le fatture al datore di lavoro e questi ultimi non possono pagare gli stipendi ai lavoratori, dovendo per contratto anticipare una sola mensilità a fronte dei periodi fatturati all’amministrazione comunale.
Ogni due o tre mesi, si cercano soldi. L’amministrazione comunale raschia il barile delle casse della città, e copre quello che può, difficilmente tutto. Agli operatori in sciopero si saldano su due, quasi sempre, una mensilità arretrata. Attualmente il barile è vuoto e si aspettano aiuti regionali, ai quali molti non credono, quando i barili regionali godono della stessa salute dei comunali.
Come si risolve il problema? Certamente non insultando nessuno e neppure la sindaca, ma aggredendo la problematica per risolverla una volta per tutte.
Iniziamo. Le Ditte che gestiscono il servizio devono, nel nostro caso dovrebbero, ricevere il dovuto dall’incasso della Tari che è la tassa sui rifiuti. E’ una partita di giro. A Favara paga meno del 40 per cento e una significativa fetta di utenza è sconosciuta, non è contenuta negli elenchi dei contribuenti. Non hanno ritirato i mastelli e continuano a devastare la città conferendo nelle discariche abusive. Del resto, chi è in regola non si sogna neppure di prendere la busta di spazzatura e come un ladro lasciarla per strada. Mai e poi mai rinuncerebbe alla comodità di conferirla davanti alla porta di casa.
Nel sessanta per cento che non paga c’è elusione e anche l’evasione fiscale. Ci sono, chiaramente, utenti sconosciuti nei ruoli, elusori, e i conosciuti, evasori, che non pagano. Intanto, i rifiuti sono un servizio che permette la sopravvivenza del fenomeno di evasori ed elusori. Mi spiego meglio. Chi non paga il servizio idrico, si vede tagliata la presa dell’acqua e così con il servizio elettrico e altro, con i rifiuti si fa il “sacrificio” di metterli in macchina e abbandonarli in ogni dove e il problema è risolto.
Marco Zambuto sindaco di Agrigento, all’epoca della sua amministrazione della Città dei Templi, su suggerimento del sindacalista Alfonso Buscemi, oggi segretario della Cgil provinciale, inviò squadre di dipendenti comunali a verificare porta per porta le utenze di Villaggio Mosè, pagarono tutti e si trovò la soluzione per l’elusione e per l’evasione.
Molti utenti pagano per il loro senso civico, altri non pagano perché non possono farlo, ma tantissimi sono i furbi ai quali deve essere impedito di restare tali, perché la soluzione al problema dei netturbini, al di là della solidarietà e della vicinanza, sta nel doveroso pagamento della Tari. A chi non paga per impossibilità si possono offrire agevolazioni, per chi non paga per partito preso, per furbizia, diversa e più convincente deve essere lo strumento per riportarli al dovere civico. Quest’ultima soluzione spetta metterla in campo alla politica, all’amministrazione comunale che dovrebbe organizzare strumenti e risorse umane al preciso scopo.
La soluzione c’è, non è facile ma c’è. Il concetto “pagare tutti per pagare meno”, si sostituirebbe a Favara con “pagare tutti per pagare i netturbini e, finalmente avere una città decorosa, senza discariche abusive”, quando non ci sono alternative.