Non c’è sciopero dei netturbini e neanche è saltata la raccolta dei rifiuti, ma a Favara ci sono diverse discariche abusive sia nelle periferie che in pieno centro cittadino, in bella mostra, anche in luoghi che possiamo definire “sensibili”. Che a scioperare sia il cervello, ammesso che lo abbiano, dei solti porci?
Gli ammassi di rifiuti che formano le discariche, non potendo certamente arrivare in questi luoghi da soli, evidentemente vengono depositati dai soliti incivili, per usare un eufemismo, che in un normale paese sarebbero stati subito individuati e sanzionati.
Cosa che a Favara non sembra facile a farsi, o perché non se ne hanno i mezzi (credo che in più occasioni siano state comprate telecamere, videotrappole e sistemi vari di sorveglianza), o perché non si dispone di uomini (credo che ne basterebbero un paio ben motivati), oppure perché semplicemente non c’è ne voglia ne capacità.
Chiediamo aiuto a qualche nostro lettore esperto in psicologia comportamentale affinchè ci spieghi cosa spinge una persona a buttare i propri rifiuti, per esempio, a ridosso del muro della Chiesa Madre, profanando di fatto uno luogo sacro. Oppure perché una persona si caricala spazzatura sulla propria auto e la va a buttare in Via dello Sport, da sempre luogo che fa concorrenza alla discarica ufficiale dei rifiuti per antonomasia, ovvero Bellolampo di Palermo; ma anche nello spazio a ridosso della fermata dell’autobus in zona Casello-Cicchillo; nella centralissima Corso Vittorio Veneto, oppure a ridosso nel muro di cinta di un altro luogo sensibile qual è il Camposanto.
Perché?! Se il netturbino viene a ritirare i tuoi rifiuti direttamente davanti la porta di casa senza chiederti se hai pagato la TARI; se ritira il rifiuto anche se non è messo dentro il mastello; PERCHE’ lo vai da buttare per strada e crei una discarica abusiva? Si potrebbe fare anche uno screening comportamentale e utilizzarlo come studio sociale.
Certo non c’è alcuna azione che scoraggi tale inciviltà. Si era tentato ma senza alcun risultato, forse perché il tentativo era stato fatto senza voglia e senza convinzione. Da mesi, forse più di un anno, non sentiamo e vediamo più l’assessore al ramo (c’è ancora?) proferire parola, fare dirette, postare interventi sui social su questa delicata e importante materia. Siamo sempre più convinti chela situazione sia sfuggita di mano e che è incontrollabile. E dire che il nuovo appalto ultramilionario, molto più costoso dei precedenti, con inserite tante voci contrattuali che ne facevano un servizio ultra moderno e efficiente. Immaginate che dovrebbero essere utilizzati mezzi elettrici per un minore impatto ambientale, effettuata una raccolta ultradifferenziata per rispettare l’ambiente, per conferire meno in discarica, favorire il riuso dei materiali differenziati. Invece ci siamo ritrovati a pagare oltre 2 milioni di ero in più negli ultimi 5 anni, ed anche ad essere multati per non avere raggiunto la quota minima di raccolta differenziata fermandoci, il dato è del 2017, a meno del 15%.
In compenso Favara è una città verde. Un verde cittadino diffuso in ogni dove. Non tanto per la presenza di villette e giardini, ma per il proliferare di erbacce, versi e rigogliose, in ogni dove. Ecco, il dato certo ed inconfutabile è che le erbacce sono presenti ovunque, sia sui marciapiedi che hai bordi delle strade o a ridosso di abitazioni. Ma badate bene non solo di case non abitate e quindi senza la presenza di persone, ma anche in prossimità di immobili abitati o uffici frequentati. Dicevamo l’erbaccia c’è e si vede. Chi la deve togliere? E’ compresa nel servizio di pulizia delle strade? È di competenza del Comune con il servizio verde pubblico? Oppure le erbacce che sono cresciute a ridosso nel muro di una abitazione debbono essere tolte dal proprietario della casa?
Per evitare che l’erba cresca e diventi alta, qualcuno ha pensato di mettere delle pecorelle a pascolare davanti al Monumento dei caduti in piazza Cavour (questa è l’unica foto taroccata le altre sono tutte drammaticamente vere).