Il centrodestra ha scommesso sul voto di trascinamento ed è stato il trionfo del voto disgiunto a dimostrazione che la volontà popolare supera le strategie a tavolino sulla legge elettorale. E così un esercito di candidati al Consiglio comunale non l’ha avuta vinta sull’elezione del “benzinaio”.
Da un mese sindaco di Favara è il benzinaio, ex mutatore ed ex fioraio, idraulico, mercatista e, anche e principalmente, uno cresciuto a pane e politica.
Lo conosco da tanti anni. Qualcuno mi “accusa di aver creato il mostro” ritenendomi responsabile della sua popolarità. Dal canto mio non ho mai raccontato il nero facendolo passare per bianco o il giallo per verde. Ho raccontato il lavoro attento e onesto di un consigliere comunale e di un rappresentante di un partito politico, in modo oggettivo e lasciando ad altri le valutazioni.
Perché parlarne a circa un mese dal suo insediamento?
Perché adesso il problema è di stabilire se si “guasta” o se è a “lunga conservazione”.
Lo abbiamo intervistato recentemente nella nostra diretta sui social e le risposte sono state lineari alla sua campagna elettorale, nessuna promessa campata in aria. La situazione della città è difficile e complessa e le soluzioni saranno ponderate e non immediate, nessuna improvvisazione.
Pur non avendo, almeno sulla carta, una maggioranza in Consiglio comunale, per quanto dichiarato da quasi tutti i consiglieri non dovrebbe esserci ostile opposizione, ma attenta collaborazione. Del resto, davanti alle drammatiche emergenze della città non possono i colori politici dividere i consiglieri comunali, che, tra l’altro, devono tenere nella giusta considerazione la popolarità di Antonio Palumbo almeno fino a quando non si “guasta”, sperando sia a “lunga conservazione”.