Potrebbe esserci un’immediata soluzione per liberare la città dai rifiuti: una seduta urgente del Consiglio comunale per approvare l’emendamento di Gerlando Nobile che prevede con il primo gennaio 2024 l’efficacia delle recenti modifiche al regolamento Tari.
Il Consiglio comunale di Favara ha recentemente approvato la modifica alla Tari che prevede, in mancanza di diversa dichiarazione del contribuente, una sola persona nelle case a disposizione a prescindere dal reale numero dei componenti del nucleo familiare.
Un provvedimento necessario che migliora il rapporto dei contribuenti con il Comune, ma che ha bisogno di una particolare tempistica per la sua applicazione perché deve mettersi a punto la nuova bollettazione.
Il sindaco, Antonio Palumbo, ha fatto sapere che per organizzare la nuova bollettazione occorrono mesi. E così si arriverebbe all’invio delle bollette non prima del mese di agosto. Ciò si tradurebbe in un ritardato incasso della Tari e di conseguenza al pagamento delle ditte e degli stipendi degli operatori ecologici. Ditte che oggi vandano un credito nei confronti del Comune di 5 mensilità, mentre i netturbini sono senza spettanze da 3 mesi.
Va da se che la situazione è esplosiva con il rischio di scioperi infiniti nel tempo.
Intanto, l’opposizione in Consiglio comunale è convinta che l’amministrazione potrebbe fatturare organizzando gli uffici dell’Ente.
C’è in atto una sorta di braccio di ferro, mi permetto di dire, sul sesso degli angeli, perché sarebbe irrilevante spostare l’efficacia della modifica al primo gennaio 2024. Di contro, quieterebbe gli animi delle aziende creditrici e degli operatori ecologici che potrebbero ricevere i soldi della Tari a fine aprile o nel mese di maggio
Contemporaneamente allo slittamento dell’efficacia della Tari, l’amministrazione comunale sarebbe pronta ad anticipare qualche pagamento ai netturbini. Centosessantamila euro sarebbero pronti per gli operatori ecologici e altri pagamenti dopo l’incasso della Tari.
Occorre il buonsenso dell’amministrazione e del Consiglio comunale, mentre le vere battaglie politiche potrebbero spostarsi dal sesso degli angeli ai problemi seri come l’aumento previsto a breve della Tari, per un servizio ormai arrivato a costare 7,6 milioni di euro e con un’evasione fiscale che supera il 60 per cento, altro che fare le barricate per far slittare di pochi mesi l’efficacia di una modifica dovuta, ma che nella sostanza porterà modesti benefici.
Ad ogni modo, i netturbini, questo è il messaggio all’amministrazione e al consiglio comunale, sarebbero disponibili a sospendere lo sciopero a fronte di reali garanzie, una di queste è l’immediata bollettazione alla quale si arriverebbe con una seduta urgente del Consiglio comunale e con un primo acconto versato dall’amministrazione per i loro stipendi.
Con queste certezze ritornerebbero a lavorare.