Il nuovo volantino
Continua la protesta dimostrativa dei gruppi della tifoseria organizzata della Curva Sud che hanno emesso un nuovo comunicato per esplicitare che “la contestazione continuerà ad oltranza e non metteremo piede nel nostro amato “tempio” fino a quando non ci sarà un totale cambiamento societario”
“Per tutti noi innamorati del Gigante è stato e sarà un grande sacrificio, ma ci teniamo a ribadire che la nostra iniziativa non deve essere interpretata come abbandono della maglia e dei nostri colori, ma una vera e propria difesa contro l’intera attuale società che ha mortificato il glorioso nome dell’Akragas ” -dicono gli Ultras, profondamente addolorati ma decisi ad andare sino in fondo.
L’obiettivo è un “nuovo progetto di rilancio del calcio ad Agrigento, in una città fortemente appassionata e con un grande senso di appartenenza che ci accomuna tutti sotto l’ideale simbolo della nostra amata Akragas”.
L’addio di tre giocatori
Un tale progetto può partire con la prossima stagione agonistica quando l’Akragas si troverà in Eccellenza, considerato che quest’anno la salvezza resta sempre più improbabile.
Tra l’altro, è ormai ufficiale l’abbandono da parte della seconda punta Simone Lo Faso, dell’attaccante Efthymios Christopoulos e del centrocampista Gabriele Salvia.
Si tratta di tre giocatori che potevano essere fondamentali per la squadra di Giancarlo Favarin che eroicamente resiste nelle vesti di mister, nonostante i ranghi sempre più ridotti della compagine, costretta a ricorrere anche alla rosa dei primavera che paradossalmente potrebbe dare di più dei titolati titolari.
Eppure la dirigenza aveva dato grande enfasi all’arrivo di Lo Faso, un calciatore che aveva militato persino nella serie A del campionato col Palermo, la Fiorentina e il Lecce.
Così come altrettanta enfasi era stata mostrata all’arrivo di Christopoulos, attaccante greco, 24 anni, per la prima volta in Italia con l’Akragas, dove è arrivato nel settembre 2024, dopo aver giocato nella massima serie del campionato greco con l’Aek Atene e, in seconda serie, con il Panachaiki Ge.
La speranza è ultima a morire
Adesso restano solo macerie. E una grande voglia di riscatto della Città, dei tifosi in genere e di quelli organizzati in specie. I quali ripetono che deve andare via tutta la compagine societaria per avviare un progetto nuovo che riporti la squadra agli antichi splendori di Gigante.
Ecco, se è morta la speranza di non retrocedere, è ancora viva quella di un futuro migliore, anche partendo dal torneo di rango inferiore, anche valorizzando prevalentemente il vivaio locale, ma tutto, con sincerità, slancio, entusiasmo e visione di piena armonia e cristallina trasparenza.