Il volantino degli Ultras
“Il livello più basso e mortificante nella storia dell’Akragas ha nomi e cognomi ben precisi. Principalmente l’intera società, nessuno escluso, ma maggiormente il fantomatico “patron” Deni, il DS Cammarata e, nell’ultimo periodo, l’inutile e non necessaria presenza di Arnone”- inizia così il volantino diffuso dagli Ultras della Curva Sud.
La posizione del patron
Ma Giuseppe Deni ha sempre messo le mani avanti e oggi dice di essere stato lasciato solo.
“Nessuno ha mai ascoltato il mio messaggio. Da solo non potevo andare oltre rispetto a quello che già, con tanta fatica, sono riuscito a portare avanti. Ho chiesto la gestione dello stadio Esseneto, il tutto per avere altri introiti per organizzare eventi estivi. Solo così potevo compensare gli sforzi economici che ho dovuto affrontare da solo” -ripete da tempo Deni.
I fatti
Però, egli è stato sconfessato dai fatti, avendo proclamato sino a non tanto tempo fa di aver costruito una squadra di alto potenziale che, se non quest’anno, avrebbe lottato per la promozione nella serie superiore il prossimo anno.
Invece, la gestione della squadra dava vieppiù adito a qualche dubbio.
Il punto di vista di agrigentosport.com
La testata giornalistica Agrigentosport.com rileva come inopportuni siano stati “l’allontanamento di capitan Cipolla, poi quello del grande Pino Rigoli, a finire Garufo e Fragapane, ultimi di una lista di agrigentini che si può dire quello che si vuole ma in quanto legati alla maglia lottavano e sputavano sangue più di altri pur di non sfigurare davanti ai propri concittadini”.
“Per non parlare dell’andirivieni di giocatori, presentati come bombe di mercato salvo poi non comunicare neanche quando alcuni di loro mestamente lasciavano la squadra”- aggiunge Agrigentosport.com.
Tuttavia, “il patron Deni aveva dichiarato che non avrebbe mai abbandonato la nave in un momento di difficoltà, assicurando tutti che, nonostante la propria delusione, avrebbe sistemato tutto prima di lasciare l’Akragas”-scrive ancora Agrigentosport.com.
L’attuale situazione
Invece, eccoci qui. Con l’Akragas ritirata dal campionato.
Ma come si faceva a pagare gli stipendi dei giocatori per l’anno in corso (soprattutto quelli arretrati di gennaio e febbraio)? Come si faceva a pagare al giocatore Garufo il risarcimento dei danni subiti (pari all’intero ammontare del contratto),oltre alle spese del procedimento arbitrale, così come imposto dal lodo?Come si faceva a pagare le ammende della Lega relativamente alle gare disputate nelle domeniche del 19 gennaio e del 16 febbraio ultimi scorsi? Come si faceva a sostenere le spese (soprattutto quelle di trasferta) per le prossime gare?
Forse una scelta obbligata, infine, quella del ritiro?
La dichiarazione dell’assessore allo sport
Intanto, l’assessore comunale allo sport, Gerlando Piparo, dice che “l’Akragas non è solo una squadra, ma un simbolo della nostra storia, della nostra identità e della passione di un’intera città.
Il mio impegno per lo sport agrigentino non verrà meno. Continuerò a lavorare affinché il calcio ad Agrigento possa rinascere con basi solide e una visione condivisa, perché la vera forza di una squadra non si misura solo nei risultati, ma nella capacità di rialzarsi e guardare avanti con coraggio e determinazione”.
Ma davvero potrà rinascere il calcio ad Agrigento con basi solide?
Il pensiero degli Ultras verso le altre tifoserie
Intanto, gli Ultras della Curva Sud soffrono per il fatto che sia stato permesso che “la nostra Akragas venisse umiliata e condotta ad una lenta agonia fino a farla scomparire”.
E molto umilmente e sportivamente rivolgono “un pensiero a tute quelle piazze calcistiche che a causa del nostro ritiro dal campionato vedranno compromessi i risultati ottenuti sul campo”.
Indi, gli Ultras si rivolgono “a quelle tifoserie amiche o con le quali ci contraddistingue un rapporto di rispetto” per dire che “avremmo voluto che il campionato venisse onorato ma noi più di tutti ne paghiamo il conto più amaro”.
Nella foto: disegno di Sergio Criminisi pubblicato nel suo profilo facebook