Il 77° Mandorlo in Fiore si concluderà domenica sera, 16 marzo, con l’assegnazione del Tempio d’Oro al gruppo folcloristico internazionale che si distinguerà per bravura, ritmi, colori, balli, simpatia…
Ma avrà un’appendice a Naro, con la 48ª Primavera Narese, il lunedì successivo, ovvero il 17 marzo. Perché a Naro si è svolta per la prima volta la festa del Mandorlo in Fiore
La festa del mandorlo di Noto nel 1932
Invero, durante gli anni trenta del secolo scorso, era usuale il festeggiare del fiorir dei mandorli in tutte le parti della Sicilia. Per esempio, già nel 1932 (precisamente il 26 febbraio) la festa del mandorlo si celebrava a Noto, in provincia di Siracusa, come è testimoniato da questo video dell’Istituto Luce che può essere scaricato o visionato da questo link .
Il video ci mostra, per oltre due minuti e 45 secondi, la campagna netina piena di mandorli fioriti, col sottofondo di un brano musicale del genere siciliano; solo nella parte finale ci mostra i carri che sfilano, la gente in festa, i ragazzini felici, la folla che si accalca e le ragazze che si tirano rametti di mandorlo.
Il mito di Proserpina
Un po’ ovunque, in Sicilia, si festeggiava il fiorire dei mandorli, dal momento che a quei tempi l’agricoltura costituiva il nerbo dell’economia e le mandorle erano il prodotto agricolo principale.
D’altronde, nell’isola era vivo il mito di Proserpina, magari secondo una narrazione sicilianizzata, ma comunque vivo.
Secondo il mito, Proserpina era stata rapita da Plutone e portata negli Inferi. Da lì (grazie all’intercessione della madre Cerere), Proserpina poteva tornare sulla terra, ogni anno, per un breve periodo, durante il quale iniziava la primavera e i campi cominciavano a diventare fertili, rigogliosi e produttivi per l’agricoltura. L’inizio della primavera coincideva col fiorire dei mandorli che, per l’appunto, meritava di essere festeggiato.
L’incentivazione fascista delle sagre agricole
Ma forse la verità più cruda è che, negli anni trenta, il regime fascista incentivava le sagre paesane che avessero a fondamento i prodotti dell’agricoltura, come il mandorlo o il grano.
Erano i tempi in cui la Sicilia veniva guardata come l’Africa d’Italia, nella quale promuovere e valorizzare, in primis, l’agricoltura ed il suo ammodernamento con trattrici meccaniche e macchine agricole.
Oggi, per fortuna, il Mandorlo In Fiore ha altre finalità e, soprattutto, quella di promuovere e diffondere la cultura della pace, della fratellanza tra i popoli, della solidarietà tra le genti e dell’accoglienza di tutti.
La primavera narese
E, con queste ragioni, la 48ª Primavera Narese ritorna per la 48ª edizione ad ospitare tre gruppi folk internazionali: uno proviene dal sud est asiatico, il gruppo della Malesia; l’altro dall’America latina, il gruppo della Colombia; il terzo dall’est Europa, quello della Polonia.
La Primavera Narese ritorna per dar vita alla sfilata di gruppi folk internazionali e locali, di carri allegorici, di alunni delle scuole locali organizzati in gruppi con antichi costumi, canti delle tradizioni e ritmi musicali della vecchia Sicilia. Una sfilata che si allungherà da San Calogero in tutto il viale Umberto e poi a scendere per la via Vittorio Emanuele sino alla piazza Garibaldi.
Quest’anno ci saranno anche le scuole di Camastra e qualcuna di Canicattì e, nel pomeriggio, sul palco di piazza Garibaldi, ci saranno anche la scuola di canto Arcadia e quella di ballo Ladies Fitness.
A chiusura, verrà eletta Miss Primavera 2025, scelta tra le ragazze più belle della giornata.
Una tradizione che si rinnova
L’amministrazione comunale, presieduta dal sindaco Milco Dalacchi, col contributo fondamentale dell’assessore al turismo e spettacolo, Giuseppe Argirò, e dell’assessore alle politiche e ai servizi scolastici, Erika Ferraro, ha dunque voluto che anche quest’anno si festeggiasse il mandorlo fiorito che annuncia l’arrivo della primavera.
Una volta, il mandorlo era l’albero privilegiato delle campagne naresi in genere e di quelle della Valle del Paradiso in ispecie. Oggi ci sono meno alberi di mandorlo e più viti ed uva.
Ma la primavera è sempre primavera.


