I termovalorizzatori sono inceneritori che convertono il calore generato dalla combustione e incenerimento dei rifiuti in energia da destinare ad altri usi.
Il passato (più o meno) recente
Li voleva e li aveva progettati il governatore Totò Cuffaro, ma dopo che ha lasciato la presidenza della Regione non se ne è più parlato.
Ci voleva Schifani per riportarli in auge, come strumenti di risoluzione definitiva dell’emergenza rifiuti che ogni anno ci costa ampliamento di discariche e 100 milioni di euro per trasportare i rifiuti all’estero che poi vengono inceneriti per creare nuova energia da impiegare in altri Paesi.
La dichiarazione di Schifani
“I termovalorizzatori rappresentano la soluzione sostenibile. Questi impianti di ultima generazione avranno un impatto ambientale pari a zero e garantiranno la massima sicurezza per i cittadini” -lo dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
“Per garantire la massima efficienza e trasparenza nella gestione delle gare abbiamo scelto Invitalia come partner tecnico e firmato il protocollo con l’Autorità nazionale anticorruzione. Entro settembre 2026 l’inizio dei lavori che dureranno diciotto mesi”-aggiunge il Presidente Schifani.
La dichiarazione di Geraci
Gli fa eco, il capogruppo della Lega all’ARS, Salvo Geraci: “Sui termovalorizzatori come Lega siamo stati sempre favorevoli e più volte abbiamo segnalato che l’emergenza rifiuti in Sicilia è superabile solo se si realizzano questi impianti”.
“L’atteggiamento volitivo del presidente della Regione Renato Schifani e la sua determinazione ci stanno avvicinando all’obiettivo. Finalmente la Sicilia potrà dirsi moderna nel settore dell’igiene ambientale” -aggiunge Geraci.
Si dimette l’assessore competente
Per una strana coincidenza, l’assessore competente per i termovalorizzatori, Roberto Di Mauro, ha formalizzato le sue dimissioni, proprio nel giorno in cui Schifani ha fatto questo annuncio sui termovalorizzatori che può essere ascoltato viva voce su YouTube a questo indirizzo.
Sulle dimissioni dell’assessore Di Mauro, invece, si può consultare il nostro articolo su questo link.