Stanno destando preoccupazione i sei casi di tubercolosi registrati a Licata in questi giorni, anche perché la provincia di Agrigento non è nuova a questi casi.
Qualche anno fa, infatti, si erano registrati casi di tubercolosi nel carcere di Agrigento, dove venti persone (tra personale civile, agenti di polizia giudiziaria e detenuti) erano risultate positive al test.
Oggi, la TBC a Licata viene prepotentemente alla ribalta, tanto che ieri sono state richieste ed ottenute apposite interviste sui casi in questione, da parte dei quotidiani La Sicilia e Repubblica, rispettivamente al direttore generale e a quello sanitario dell’ASP di Agrigento.
Il direttore generale Giuseppe Capodieci ha rassicurato che la tubercolosi diventa letale soltanto “in stadi molto avanzati e spesso trascurati”, mentre il direttore sanitario Raffaele Elia ha spiegato che è stata creata “una task force con l’infettivologo Giuseppe Rotondo, Rossana Mangione, responsabile dell’igiene pubblica a Licata dell’Asp di Agrigento e il radiologo Fabrizio Rabita, con l’obiettivo di condurre alla profilassi adeguata i parenti del caso primario, e mettere sotto terapia i familiari del soggetto” .
Il soggetto del caso primario si trova adesso ricoverato al reparto di malattie infettive nel Policlinico di Palermo, altri soggetti sono stati sottoposti a terapie farmacologiche, altri ancora (compresi i parenti e le persone vicine ai soggetti con TBC) sono stati sottoposti alle necessarie procedure di profilassi