Le elezioni provinciali del 27 aprile 2025 in Sicilia, pur essendo consultazioni di secondo livello riservate a sindaci e consiglieri comunali, hanno restituito un’immagine nitida e paradossale della situazione politica regionale: alla fine, il centrodestra ha vinto la scommessa di far vincere il centrosinistra.
Nonostante il radicamento capillare nei territori e l’apparente superiorità numerica, la coalizione di centrodestra ha evidenziato profonde fratture interne, divisioni strategiche e una mancanza di coordinamento che hanno finito per favorire indirettamente i candidati sostenuti dalle forze progressiste.
Risultati per Provincia
-
Trapani: Salvatore Quinci, sindaco civico di Mazara del Vallo, sostenuto da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Italia Viva, ha conquistato la presidenza del Libero Consorzio, superando Giovanni Lentini, candidato ufficiale del centrodestra.
-
Agrigento: Giuseppe Pendolino, sindaco di Aragona, ha vinto con il 53% dei voti ponderati. Pur appoggiato formalmente da Forza Italia e da una parte del centrodestra, ha raccolto anche consensi provenienti da PD e M5S.
-
Caltanissetta: Walter Tesauro, sindaco di Caltanissetta, sostenuto da Forza Italia e da parte di Fratelli d’Italia, ha prevalso su Massimiliano Conti (Lega, Democrazia Cristiana) e su Terenziano Di Stefano (sostenuto dal centrosinistra).
-
Enna: Il centrosinistra conquista la presidenza con Piero Capizzi, sindaco di Calascibetta, che ha superato Rosario Colaianni, espressione del centrodestra.
-
Ragusa: Maria Rita Schembari, sindaca di Comiso e candidata del centrodestra (Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega), ottiene la presidenza superando il centrosinistra che sosteneva Roberto Ammatuna.
-
Siracusa: Michelangelo Giansiracusa, sindaco di Ferla, sostenuto da Azione, Movimento per l’Autonomia, Democrazia Cristiana e Lega, conquista la presidenza in una competizione segnata dalla scelta di Forza Italia e Fratelli d’Italia di optare per la scheda bianca.
il centrodestra ha paradossalmente vinto la scommessa di aver fatto vincere il centrosinistra.
Il dato politico più rilevante che emerge da questa tornata elettorale è chiaro: in Sicilia, il centrodestra ha paradossalmente vinto la scommessa di aver fatto vincere il centrosinistra.
La mancanza di unità, la moltiplicazione delle candidature e le logiche di contrapposizione interna hanno disarticolato la strategia della coalizione di centrodestra, offrendo al centrosinistra — pur numericamente più debole — l’opportunità di aggiudicarsi presidenze strategiche, in particolare a Trapani ed Enna.
Le elezioni provinciali hanno evidenziato quanto, anche in un contesto di voto limitato alla classe politica locale, la solidità delle alleanze e la chiarezza delle scelte siano determinanti. Il centrodestra, pur mantenendo alcune amministrazioni, si ritrova oggi con un quadro politico regionale meno favorevole, mentre il centrosinistra intravede nuove possibilità di consolidamento in vista delle prossime scadenze elettorali di primo livello.
La politica non è solo conta di voti o sommatoria di sigle
Queste elezioni provinciali siciliane raccontano una storia politica chiara quanto amara per il centrodestra: vincere senza governare, prevalere numericamente senza incidere realmente. Alla fine, in Sicilia, il centrodestra ha vinto la scommessa di aver fatto vincere il centrosinistra, tradendo così, nei fatti, le aspettative dei suoi stessi elettori e amministratori locali.
La politica non è solo conta di voti o sommatoria di sigle: è visione, coesione, capacità di proposta. Dove queste qualità mancano, anche le maggioranze più solide si sgretolano sotto il peso di personalismi e rivalità miopi.
Se il centrodestra non saprà recuperare rapidamente compattezza e strategia, il rischio concreto è che il risultato di queste provinciali rappresenti solo il primo capitolo di una lunga stagione di sconfitte.
Le urne, anche quelle di secondo livello, parlano a chi sa ascoltare. Ignorarle sarebbe, ancora una volta, un errore imperdonabile.