I poliziotti della Questura di Agrigento hanno eseguito un decreto di sequestro di prevenzione patrimoniale, finalizzato alla confisca di beni.
Il decreto è stato emesso dal Tribunale di Palermo -Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Agrigento Tommaso Palumbo, nei confronti di un pregiudicato cinquantenne di Canicattì e del suo nucleo familiare.
I beni sequestrati consistono in un compendio aziendale, 15 veicoli, 4 appezzamenti di terreni, un motore per imbarcazione e vari rapporti finanziari per un valore complessivo di 600 mila euro.
La pericolosità sociale del pregiudicato
La proposta del Questore di Agrigento (che ha condotto il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione a disporre il provvedimento ablatorio) prende in esame la elevata pericolosità sociale manifestata nel corso degli anni dal pregiudicato canicattinese.
Egli era già stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno (applicatagli dal Tribunale di Agrigento nel 1998 in relazione ai procedimenti penali pendenti per numerosi reati contro il patrimonio) e risulta condannato in via definitiva per il reato di riciclaggio, commesso nel 2004.
Inoltre, era stato raggiunto nel 2018 da ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal G.I.P. presso il Tribunale di Agrigento per tentata estorsione aggravata e detenzione ai fini di spaccio commessi negli anni 2017-2018 in concorso con soggetto appartenente ad associazione mafiosa denominata stidda, operante in territorio agrigentino.
Per tali fatti, il cinquantenne è già stato condannato dal Tribunale di Agrigento alla pena di anni 4 e mesi 4 di reclusione, con sentenza confermata dalla Corte d’Appello di Palermo nel novembre 2024.
Nessun dubbio, dunque, residua sulla pericolosità sociale del pregiudicato canicattinese, considerate le ulteriori condotte poste in essere anche successivamente a tali fatti che corroborano il suo profilo criminale per reati in materia di stupefacenti e di riciclaggio.
La misura di prevenzione patrimoniale
Acclarata tale pericolosità (conditio sine qua non per l’applicazione di una misura di prevenzione patrimoniale), l’indagine sui flussi economici svolta dai poliziotti della Divisione Anticrimine, prendendo in esame un significativo arco temporale, ha evidenziato una sproporzione tra i redditi dichiarati e le spese accertate del nucleo familiare del soggetto, tale da ritenerlo quale soggetto che vive abitualmente con proventi dell’attività delittuosa.
Il Tribunale di Palermo- Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo così la proposta avanzata dal Questore, ha emesso decreto di sequestro di beni riconducibili al cinquantenne consistenti in un intero compendio aziendale, 15 veicoli, 4 appezzamenti di terreni, un motore per imbarcazione e vari rapporti finanziari per un valore complessivo di 600 mila euro.