mercoledì, 19 Novembre 2025
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    Presentazione di “Restitutio ad integrum” di Margherita Rimi: la poesia come cura dell’anima

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    Lunedì 22 settembre alle ore 18:00, al  Museo Archeologico P. Griffo di Agrigento, la presentazione dell’ultima fatica di Margherita Rimi: “Restitutio ad integrum” Lunedì 22 settembre 2025, alle ore 18.00, nella suggestiva Sala Zeus del Museo Archeologico “Pietro Griffo” di Agrigento, si terrà la presentazione della nuova raccolta poetica di Margherita Rimi, “Restitutio ad integrum”- Poesie 2015–2024  Marsilio Editori.

    L’evento è promosso dal Centro Studi Antonio Russello, in collaborazione con il Parco Valle dei Templi, l’associazione Ciak Donna, e inserito nel calendario culturale di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025.

    Dopo i saluti istituzionali di Roberto Sciarratta-direttore del Parco Archeologico, di Sara Chianetta– presidente del Centro Studi A. Russello – e di Aurora Augello – presidente di Ciak Donna.
    Seguiranno gli interventi dei relatori Daniela Marcheschi- CEG, Università di Lisbona e Gandolfo Cascio – Università di Utrecht.

    Le letture poetiche sono affidate a Patrizia Camera, Lia Cipolla e Lina Gueli  con intermezzi musicali a cura della pianista Rita Capodicasa.

    Coordina l’ evento Gaspare Agnello.

    Con questa nuova opera Margherita Rimi riporta l’attenzione su un’umanità fragile ma resistente. “Restitutio ad integrum” –  formula medica che indica la guarigione completa – diventa metafora potente di una poesia che cura, che dà nome al dolore ma anche possibilità alla speranza.

    Come sottolinea il critico Gandolfo Cascio il sentimento – lirico e civico – che attraversa la raccolta è quello della salvezza possibile: perché qualcuno o qualcosa possa ancora “curare le ferite” del corpo e della mente.
    Rimi fonde razionalità e sentimento, scandagliando la vulnerabilità dell’essere umano con una lingua che spezza la grammatica convenzionale e si lascia contaminare da idiomi e radici diverse (latino, greco, siciliano, inglese), perché – come scrive l’autrice – «non esistono parole che contano di meno».

    Il risultato è una poesia che non consola ma illumina, che non edulcora ma restituisce dignità anche alla fragilità.

    Locandina:

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