Antonino Cardillo
Vittime innocenti!
Non senti quanto fa male,
quanto brucia la carne dell’innocente?
Non senti le grida al cielo che si levano
dalla croce di dolore, dal Monte Calvario?
Non vedi le donne, madri sofferenti e trafitte;
Erode! Quanto ti senti Grande?
Quanto ti senti forte, al sicuro, all’ombra dell’Impero!
In che lingua ti parla oggi?
Sai! Roma, la Grande, è caduta.
Nessuno Regno è eterno,
neanche le tue atrocità, seppure spalleggiate da protettori cupi; gli stessi
che lavano le loro mani nel catino di un ipocrita Pilato,
nero del sangue dei tanti, nei quali “non si vede colpa’.
Grida si elevano ancora dalla martoriata antica terra di Canaan,
sono le grida degli innocenti, urla che attraversano i secoli e la storia,
sono urla di seni abbandonati, latte versato tra le cicatrici dei ventri,
che partoriscono dolori di parti estinti, madri depredate.
L’umanità torna a soffrire negli anfratti di una striscia di terra.
E’ il cuore del mondo che rischia di fermarsi per sempre quando
a morire per delle ragioni senza ragione è l’Innocente, l’ennesimo innocente,
l’indifeso, il più piccolo, sotto il peso della spada di Erode, il Grande.










