domenica, 16 Novembre 2025
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    Convegno sulla medicina transculturale: assistenza e cure a rifugiati e migranti

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    Due giorni di convegno molto interessanti.

    Un tema moderno e stimolante: “La medicina transculturale: sfide e prospettive interdisciplinari tra l’accoglienza e la cura”.

    Un’organizzazione impeccabile: a cura dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Agrigento, presieduto da Santo Pitruzzella, unitamente agli Ordini delle professioni infermieristiche (Opi) di Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani; all’Università degli Studi di Palermo; a Promise; a Global Answer ; a European Commission.

    E un coinvolgimento attivo e costruttivo degli studenti del corso di laurea in Infermieristica del polo universitario di Agrigento.

    I dati di base

    Ne è emerso che In Italia gli immigrati regolari rappresentano l’8,7 per cento della popolazione, mentre gli irregolari sono circa il 10 per cento degli immigrati regolari.

    E proprio loro, gli immigrati irregolari, secondo i dati la dottoressa Ornella Dino (responsabile U. O. “promozione salute immigrati” dell’ASP di Palermo) rappresentano un gruppo vulnerabile e sono esclusi dalla fruizione dei più basilari diritti e -primo fra tutti- quello alla salute.

    Ma, in generale, è possibile consentire agli immigrati il normale accesso alle cure mediche e infermieristiche, superando le difficoltà dettate dalla lingua, dal credo religioso e da uno stile di vita differente?

    Persone di diversa etnia e religione negli ambulatori

    “Oggi, nei nostri ambulatori, incontriamo persone di diversa etnia e religione. Ecco, dunque, che la classe medica deve essere preparata a prendersi cura anche di queste persone. E questo è un compito non soltanto del singolo medico ma dell’intera equipe sanitaria” -dice Santo Pitruzzella, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Agrigento.

    Il ruolo degli infermieri

    E l’intera equipe sanitaria è comprensiva degli infermieri. Tanto che Salvatore Occhipinti, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Agrigento, afferma: “gli infermieri sono i protagonisti insieme ai medici, psicologi e mediatori culturali nel dare un’assistenza ai migranti superando le barriere culturali e linguistiche”.

    Ed Antonino Amato, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Palermo, gli fa eco: “Da anni affrontiamo il tema complesso della gestione sanitaria dei migranti. Ed è un tema abbastanza complesso perché riuscire a comprendere la cultura di altri popoli diventa difficile se non c’è una adeguata preparazione. Ecco perché si rende necessaria una formazione specifica affinché i professionisti infermieri possano avere una preparazione anche sulla base culturale”.

    L’offerta sanitaria per i migranti

    A sua volta, Maurizio Soresi, coordinatore del corso di studi in Infermieristica all’Università degli Studi di Palermo, mette in risalto che il convegno è anche finalizzato a dare “un input allo sviluppo culturale dell’offerta sanitaria per i popoli migranti”.

    E anche Gianfranco Tuzzolino, presidente del Polo universitario territoriale di Agrigento, rileva l’importanza del convegno, grazie al quale -egli dice-  “ci possiamo confrontare su accoglienza, cura, medicina, anche perché il Polo universitario di Agrigento include nel suo contesto territoriale pure Lampedusa e sappiamo come sia importante il tema delle cure e dell’impegno”.

    Il ruolo dei medici di medicina generale

    I nostri ambulatori sono ormai regolarmente frequentati da pazienti extracomunitari ed ecco perché è necessario adattarci alle loro basi culturali. Tanti pazienti di religione musulmana, ad esempio, hanno le loro tradizioni, la loro cultura, la loro lingua e tutto questo fa sì che il medico di Medicina generale debba cambiare un po’ il modo di operare, adattandosi ai pazienti e alle loro patologie” -osserva Vito Di Marco, professore ordinario di gastroenterologia all’Università degli Studi di Palermo e direttore del dipartimento Promise.

    La mission medica

    Il  nostro compito prescinde dal colore della pelle e dalla religione dei pazienti. Il nostro compito è di rispondere alla domanda di salute di tutti i pazienti, compresi coloro che non dispongono di mezzi di sostentamento per accedere ai servizi sanitari” -sottolinea Carmelo Sciumè, primario di Chirurgia generale al presidio ospedaliero  San Giovanni di Dio  di Agrigento.

    La buona riuscita del convegno

    Ecco, è stato questo il convegno su “La medicina transculturale: sfide e prospettive interdisciplinari tra l’accoglienza e la cura”.

    Un convegno pronto ed efficace nell’ analizzare lo stato dell’arte.

    Un convegno capace di dare risposte e prospettare soluzioni alle nuove sfide poste dalla multiculturalità dei pazienti e alle nuove esigenze di medicina transculturale.

     

     

     

     

     

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