“La Giornata internazionale per la libertà di stampa fu proclamata il 3 maggio del 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, dietro raccomandazione della Conferenza Generale dell’UNESCO. Il giorno fu scelto per ricordare il seminario dell’UNESCO per promuovere l’indipendenza e il pluralismo della stampa africana (Promoting an Independent and Pluralistic African Press) tenutosi dal 29 aprile al 3 maggio del 1991 a Windhoek (Namibia). Questo incontro portò alla redazione della Dichiarazione di Windhoek. Il documento è un’affermazione dei principi in difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media come elementi fondamentali per la difesa della democrazia e il rispetto dei diritti umani”.
Oggi la libertà di stampa è un fatto scontato?
L’esperienza ci dice che quasi tutti i giorni dobbiamo lottare per affermarla. Sono cambiati i modi per fermare la libertà di stampa, ma il fenomeno non si è mai arrestato. Abilmente i lupi hanno compreso che il sistema migliore è trasformarsi in agnelli, farsi vittima e utilizzare la legge per colpire il giornalista scomodo. L’arma più frequente è la denuncia per diffamazione, c’è anche il ricorso all’Ordine dei giornalisti.
Il giornalista denunciato, questi sono i tempi in Italia, dovrà attendere 18 mesi per conoscere la prima decisione della Magistratura sulla archiviazione o sul rinvio a giudizio. Avviso di garanzia e due proroghe di sei mesi, nomina dell’avvocato di difesa, salire e scendere le scale del Tribunale. Spesso si arriva all’archiviazione perché non sussiste il reato di diffamazione, ma il danno è fatto.
È un sistema più raffinato e meno rischioso rispetto ai veri e propri atti intimidatori più in uso nel passato quando si spedivano lettere con i proiettili e si incendiavano le auto dei giornalisti
Un altro sistema più in uso dalla politica è fare terra bruciata intorno al giornale scomodo.
A Siciliaonpress, abbiamo brillantemente superato tutto, non hanno fatto mancare nulla in sette anni di esistenza.
Vuol dire che stiamo camminando sulla strada giusta senza compiacere alcuno a discapito dell’informazione. Stiamo camminando seppure la crisi economica non ci abbia risparmiato, non incassiamo un euro da mesi. La spinta andare avanti arriva dai lettori e dall’amore per il territorio, il tutto condito dalla passione che, come diceva il grande giornalista Nuccio Schilliro’, è come l’amante, non si puo’ tradire.
Cercheremo di continuare ad andare avanti e ad affermare la libertà di stampa e la legalità, contributi essenziali per la crescita sociale, con la partecipazione dei lettori perché questo è il nostro progetto di redazione.