Era il mese di novembre dell’anno scorso quando il capitano dei Carabinieri, Leonardo Mirto, comandante della locale stazione dell’Arma, a seguito di un suo sopralluogo nel centro storico di Favara ha aperto il vaso di Pandora e ne scopre l’assoluto vergognoso degrado.L’opinione pubblica non sapeva anche perché nei luoghi non transitano veicoli e neppure persone, ad esclusione dei residenti.
Nello stesso mese di novembre di un anno fa, l’ufficiale dei Carabinieri chiede e ottiene un sopralluogo congiunto con la presenza dell’amministrazione comunale, dell’ufficio tecnico e dei servizi sociali.
Seguono le visite della Commissione comunale per il centro storico che verbalizza e fotografa la drammaticità del posto.
Pure i sacerdoti di Favara organizzarono un incontro per discutere sulla particolare problematica e la commissione consiliare centro storico, formata dai consiglieri comunali Alessandro Pitruzzella, presidente, e dai componenti Paolo Dalli Cardillo, Giuseppe Lentini, Vito Maglio, Rino Castronovo, Carmen Virone, Carmelo Sanfratello, Cipolla, Sorce, Marco Bacchi, Agnello, Mariano Lombardo ritorna tra le macerie del luogo incriminato.
Nel mese di febbraio ultimo scorso, si è consumata una seduta del Consiglio comunale straordinario e aperto con un unico ordine del giorno: il degrado del centro storico che insiste nella via Reale e a valle della Chiesa Madre. Tra i presenti nell’aula Falcone Borsellino il Prefetto di Agrigento e alcuni deputati.
Il Prefetto, in Consiglio comunale, dettò le linee guida iniziando, in estrema sintesi, dal censimento dei residenti, la mappatura degli immobili, la progettazione per accedere ai finanziamenti regionali, necessari a mettere in sicurezza i luoghi e prospettò anche la possibilità di una futura rigenerazione del centro storico.
A distanza di un anno dal controllo dei Carabinieri sembrerebbe che sia stato effettuato il censimento dei residenti, la mappatura degli immobili, mentre non abbiamo notizie sulla progettazione. E’ stata effettuata a tratti, nei luoghi accessibili, la raccolta e la bonifica di alcune discariche a cielo aperto.
Per descrivere l’odierna situazione, utilizzo un post sui social dell’architetto e storico, Carmelo Antinoro: “Definirci africani è uno sfregio al mondo antico da dove abbiamo avuto origine ed alle popolazioni che lo abitano. Noi siamo peggio, quel peggio che più peggio non si può. E’ anche se in italiano più peggio non si può dire, io lo dico per rendere l’idea”.
Ieri mattina, sono andato personalmente sul posto. Per accertarmi direttamente sullo stato dell’arte sono arrivato ai limiti della zona interdetta.
Nel Largo Fonte Canali, proprio dietro e a distanza di pochissimi metri dalla sorgente d’acqua che è il simbolo di Favara ho trovato la situazione che vedete nella foto.Proprio accanto, nel Vicolo Tabone c’è una scalinata coperta e resa inutilizzabile dalle erbacce, seppure possa essere una via di fuga dalla zona più pericolosa. Ecco la foto:
E adesso vi mostro le immagini del degrado che già si vede percorrendo la via Fonte Canali:
E’ bene citare, così come faccio per raccontare la cronaca dei fatti alle fotografie, anche la fonte sulle notizie relative all’ufficio tecnico che è il consigliere comunale Gerlando Nobile. Purtroppo non sono un giornalista gradito a Palumbo che, pensate un pò dove può arrivare l’uomo, mi ha persino bloccato le telefonate.
I tempi cambiano! Prima quando ho fatto conoscere e creato il mostro ero tenuto nella più alta considerazione, per me il tappeto rosso, adesso che racconto il sindaco e non più l’ex consigliere consigliere comunale accanito contro il mal governo della città, sono evitato e scritto nel libro dei nemici: chi non è con me è contro di me. E i veleni scorrono dal Palazzo comunale che si potrebbero riempire gli invasi della Sicilia vuoti per la siccità. Veleni contro i giornalisti, i consiglieri e i cittadini scomodi.
Vado dritto per la mia strada, così come ho sempre fatto, accetto la regola di oggi come nel passato che assegna, a chi alza il coperchio del Vaso di Pandora, l’odio del potere. Accetto gli aspetti negativi e, nello stesso tempo, spero che nel reale interesse di una città ormai alla deriva, possa accadere prima di subito un generale ripensamento sulla gestione del potere e sugli interessi reali di Favara.
Non è affermando le proprie ragioni che si risolvono i problemi, specie quelli di Favara difficili e complessi, ma in umiltà e spirito di servizio e utilizzando la collaborazione.
Del resto lo schifo del centro storico di Favara è già una vergogna per se stessa di immani dimensioni per essere stata scoperta dal Carabiniere e non dall’Amministrazione comunale.
Sarebbe stato già diverso non farsi trovare con le fette di prosciutto sugli occhi.
Oggi il problema del centro storico appartiene ai favaresi. Il morto è parente di tutti. E tutti dovrebbero essere messi a conoscenza del lavoro già fatto dagli uffici e di quello programmato in futuro, passo dopo passo. Ci vuole poco a darci, ognuno per la sua parte, la giusta serenità per migliorare Favara.
Inguaribile sognatore continuo a sperarci.