Stamattina, è uscito un interessante commento (nella prima pagina dell’edizione di Palermo di Repubblica) a firma del segretario regionale della Cgil, Alfio Mannino.
Inizia così: “Ci sono due termini che ricorrono nelle cronache siciliane: corruzione e povertà. La prima è degli apparati pubblici e istituzionali, troppo spesso coinvolti in inchieste su appalti, clientelismo, favoritismi, scambi non trasparenti, mazzette (…). La seconda è di una fetta consistente della popolazione siciliana, che si arrabatta tra mancanza di lavoro, redditi insufficienti a sostenere un tenore di vita anche minimo, mancanza di servizi e di welfare soprattutto nelle aree interne, ma non solo, soggette a spopolamento, invecchiamento della popolazione, denatalità”.
Alfio Mannino continua il suo commento dicendo che il governo regionale non riesce “ad affrontare i problemi sul tappeto” e a garantire “una crescita economica e un miglioramento delle condizioni di vita in Sicilia”.
E parla del “perpetuarsi di dinamiche che hanno al centro lo scambio per la ricerca del consenso”. Dinamiche la cui leva e il cui contenuto è “la spesa pubblica”.
Ecco, la Sicilia è proprio così: la spesa pubblica è la fonte da cui molti attingono; alcuni, in modo opaco, a volte illegale, mentre altri non sanno cosa sia e vivono (spesso dignitosamente) in uno stato di povertà, senza chiedere nulla e talvolta persino rinunciando alle cure mediche e alla prevenzione sanitaria, perché privi di reddito sufficiente o perché incappate in liste d’attesa smisurate laddove -come scrive Mannino– “la malattia spesso è più veloce dei tempi delle diagnosi”.
In Sicilia, la povertà è diventata un’emergenza che coinvolge moltissime famiglie: alcune non riescono ad arrivare alla fine del mese; altre non sanno mai come iniziarlo, il nuovo mese, e hanno difficoltà grossissime tutti i giorni.
Alla povertà di base di molte famiglie, si aggiungano le liste d’attesa sanitarie (quando sopraggiungono malattie e sospetti di malattie) o la crisi idrica che -in molte aree siciliane- lascia i rubinetti delle abitazioni a secco oppure le bollette TARI che sono generalmente (salvo rare eccezioni) molto più care rispetto a tantissime altre regioni.
Immaginiamo queste famiglie, quando ogni giorno devono affrontare le proprie innumerevoli e gravi difficoltà, e apprendono dalla tivù o dai social che l’onorevole Tizio o il presidente Caio o l’assessore Sempronio sono indagati per corruzione o per truffa nella pubbliche forniture e vengono snocciolate le cifre degli appalti e/o delle forniture…