La presidente del CdA dell’AICA si rivolge, ancora una volta, al presidente della regione, Renato Schifani.
Lo fa di nuovo in maniera diretta con un video sui social.
I problemi in campo
E gli sottopone due argomenti scottanti.
Il primo è quello della dispersione dell’acqua nelle condotte dei Comuni che fanno parte dell’azienda consortile. Il secondo è quello del pagamento a Siciliacque dell’acqua di Favara di Burgio che – a parere di Danila Nobile– “è nostra e noi continuiamo a pagarla a Siciliacque”.
Ma andiamo con ordine.
Le perdite del 60% d’acqua nella rete
Danila Nobile chiede a Renato Schifani, nell’immediato, un “intervento straordinario per coprire la quota del 60% di perdite di rete che oggi AICA sostiene nei confronti di Siciliacque a causa di reti colabrodo che disperdono l’acqua”. In pratica, la regione dovrebbe farsi carico, nei confronti di Siciliacque, del costo di quel 60% di acqua che non arriva agli utenti, ma si perde a causa delle rotture e del malfunzionamento della rete idrica.
Questo nell’immediato. Per il futuro, invece, la Regione -secondo la presidente AICA- dovrebbe preoccuparsi di finanziare un “piano straordinario e urgente per il rifacimento completo delle reti idriche dei Comuni della nostra provincia”.
“Solo così” -dice Danila Nobile– “porremo fine alla perdita sistematica che ci porta a pagare acqua a Siciliacque che non arriva ai cittadini”.
L’acqua di Favara di Burgio
Non solo. Continua Danila Nobile: “Siciliacque utilizza risorse del nostro territorio, l’acquedotto Favara di Burgio, con tutti gli annessi pozzi in contrada Carlisi, risorse che sono nostre e noi continuiamo a pagare, per queste nostre risorse, a Sicliacque”.
Pertanto la presidente dell’AICA chiede a Renato Schifani di fare chiarezza, consentendo all’ AICA di utilizzare tali risorse idriche gratuitamente e non di pagarle.
Si tratta di interventi regionali fondamentali se vogliamo salvare l’Azienda Idrica dei Comuni Agrigentini, se vogliamo salvaguardare l’acqua pubblica, se vogliamo alleggerire le bollette a carico dell’utenza.










