RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Alleanza Verdi-Sinistra critica le risposte del Governo Regionale all’ emergenza idrica dell’ agrigentino giudicandole “tardive, parziali e sbilanciate a favore di interessi privati, mentre i territori continuano a subire le conseguenze di decenni di ritardi”
Di seguito il comunicato stampa integrale a firma congiunta di Pasquale Cucchiara – segretario provinciale Sinistra Italiana e Daniela Campione – consigliera comunale Europa Verde – Sciacca
“L’annunciato avvio dei lavori per il dissalatore mobile a Porto Empedocle e la cerimonia di apertura dei cantieri per la nuova rete idrica ad Agrigento, sbandierati con toni trionfalistici dal Presidente della Regione Renato Schifani, rappresentano per Alleanza Verdi Sinistra Agrigento – dichiarano il segretario provinciale di Sinistra Italiana, Pasquale Cucchiara e la consigliera comunale di Europa Verde, Daniela Campione – due facce della stessa strategia: risposte tardive, parziali e sbilanciate a favore di interessi privati, mentre i territori continuano a subire le conseguenze di decenni di ritardi.
L’emergenza idrica che colpisce l’Agrigentino- sottolineano Cucchiara e Campione- non è il risultato di un evento imprevedibile, ma di anni di mancata manutenzione, reti colabrodo e scelte politiche sbagliate da parte della fallimentare Girgenti Acque SPA.
I lavori per la nuova rete idrica di Agrigento, partiti solo ora dopo anni di ritardi e con un finanziamento parziale da 30 milioni di euro, sono stati recuperati in extremis dopo che i fondi erano andati in prescrizione: altro che svolta storica, si tratta del minimo sindacale dopo anni di disattenzione. E mentre il governo regionale celebra la “posa di 45 km di condotte”, la maggior parte della provincia resta senza risposte e con reti fatiscenti.
I dissalatori mobili – a Porto Empedocle, Gela e Trapani – assorbiranno 100 milioni di euro, ma restano soluzioni temporanee, energivore e potenzialmente dannose per gli ecosistemi marini.
Nel frattempo, in provincia di Agrigento, la diga San Giovanni, sita in territorio di Naro, necessita di lavori straordinari di manutenzione degli invasi, così come le dighe Comunelli e Gibbesi, site in territorio nisseno, ma che potrebbero fornire anche diversi territori agrigentini, non sono in funzione. La diga Comunelli scarica la poca acqua accumulata in mare mentre la diga Gibbesi aspetta il collaudo.
Nel frattempo, la consortile pubblica AICA, che gestisce il servizio idrico in provincia di Agrigento, è oggetto di un sistematico boicottaggio da parte della destra regionale. Alcuni sindaci di centro – destra si ostinano a non pagare Il prestito alla consortile, disposto dalla Regione Sicilia, contribuendo all’indebolimento del gestore pubblico.
Ci auguriamo che nella prossima assemblea ATI i sindaci di centro – sinistra chiedano il pagamento del prestito, un piano straordinario e trasparente di manutenzione della rete idrica esistente, interventi rapidi per il recupero e collaudo degli invasi, politiche di risparmio idrico, riutilizzo dell’acqua piovana e soprattutto delle acque reflue per l’agricolture e per la tutela del mare, delle nostre coste e delle specie animali.
Solo con un approccio integrato, pubblico e sostenibile – concludono Cucchiara e Campione – possiamo garantire davvero il diritto all’acqua e tutelare l’ambiente”.