I lavoratori dei Consorzi di Bonifica sono stanchi delle promesse non mantenute relativamente agli stipendi arretrati loro spettanti e non ancora pagati.
La protesta, iniziata con un presidio permanente a Ribera (di cui avevamo dato notizia con gli articoli che si possono leggere cliccando qui e qui,) si espande a macchia d’olio e rischia di incidere pesantemente sulla campagna irrigua di quest’anno, dal momento che durante questi giorni di protesta e nei prossimi saranno salvaguardati soltanto i servizi essenziali.
Si alza il livello della mobilitazione
“Si alza il livello della mobilitazione, annunciando azioni drastiche e, se necessario, altre forme di protesta ancora più incisive” –scrivono congiuntamente Franco Colletti della FLAI CGIL e Leonardo Mulè della FILBI UIL.
“I mezzi propri non saranno più messi a disposizione, non verrà prestato lavoro straordinario, e si garantiranno solo i servizi essenziali fino a nuove disposizioni. I lavoratori non intendono più subire in silenzio una gestione che continua a ledere la loro dignità e i loro diritti”- aggiungono.
Alla protesta aderiscono compattamente tutti i lavoratori, non solo quelli della sede di Ribera. Ieri infatti hanno aderito anche quelli delle sedi di Sciacca e Cammarata. Oggi, si sono uniti anche i lavoratori della sede periferica di Naro e poi quelli di Castelvetrano, Menfi e Sambuca di Sicilia che andranno a rafforzare il presidio permanente della sede di Sciacca.
Presidio permanente anche a Naro
Il presidio permanente di Naro è stato attivato nella sede di Furore in contrada Burraitotto e verrà
mantenuto fino a quando non saranno saldate tutte le mensilità arretrate spettanti.
A questa forma di protesta, nella sede di Naro, si è unito il personale stagionale che -stando al comunicato sindacale- “esprime piena solidarietà ai colleghi a tempo indeterminato e manifesta forte preoccupazione circa il rischio che la situazione del Consorzio possa compromettere anche i fondi destinati al loro impiego e alle loro retribuzioni”.
“Il personale, nel riaffermare con fermezza le proprie rivendicazioni, ribadisce che non presterà
attività lavorativa in regime di straordinario e non intende mettere a disposizione la vettura di
proprietà per ragioni di servizio, né accetteranno di prestare servizio su turni pomeridiani, fino alla risoluzione della suddetta situazione”- dice ancora il comunicato congiunto Flai Cgil- Filbi UIL.
Solidarietà dell’assessore Licata di Naro
Intanto, l’assessore all’agricoltura del Comune di Naro, Lillo Licata, ha diramato un comunicato-stampa per stigmatizzare la grave crisi idrica e per solidarizzare con i lavoratori del consorzio di bonifica.
“Le criticità strutturali e organizzative del Consorzio, unite alla carenza di risorse finanziarie e alla mancata erogazione di stipendi ai lavoratori da diversi mesi, stanno mettendo in ginocchio un servizio essenziale per l’irrigazione delle nostre campagne”-dice, tra l’altro, Lillo Licata.
“Se non si interviene tempestivamente, si andrà incontro non solo alla morte delle aziende agricole, ma al collasso di un intero sistema economico e occupazionale. A rischio non ci sono solo le colture, ma anche i posti di lavoro degli addetti all’erogazione dei servizi irrigui, che rappresentano una risorsa umana e professionale imprescindibile” -aggiunge
“Il tempo delle attese è finito: servono soluzioni immediate, strutturali e sostenibili”-conclude.
Le prospettive non sono rosee
I servizi irrigui andrebbero in questo momento intensificati per consentire il miglioramento produttivo delle colture agricole, ma il mancato pagamento degli stipendi costringe i lavoratori consortili a protestare, salvaguardando solo ed esclusivamente i servizi pubblici essenziali.
Ormai, i lavoratori del consorzio hanno giustamente costituito un fronte comune deciso a non arretrare fino alla soluzione definitiva della vertenza.
Si andrà avanti con i presidi permanenti. Almeno sino all’assemblea che è stata aggiornata a giovedì, 19 giugno, data in cui è previsto un nuovo incontro con il commissario del consorzio, Baldassare Giarraputo, e il direttore generale, Giovanni Tommasino. Ma tutto potrebbe risolversi prima: basterebbe soltanto pagare gli stipendi arretrati!