Favara, purtroppo si è rivelata non vera la notizia che tutti vorremmo sentire e che noi vorremmo scrivere, sul ritrovamento di Marianna Bello
Favara – “L’hanno trovata viva, l’hanno trovata viva.” È da poco passato mezzogiorno quando questa voce, carica di speranza, comincia a diffondersi con insistenza tra le strade di Favara. In pochi minuti, scatta un affollato e concitato movimento verso il Conzo, dove qualcuno avrebbe riferito di aver udito grida provenire dal canalone.
Nel clima di crescente agitazione, le catene che chiudevano le grate del collettore fognario vengono tranciate. Piazza della Libertà si trasforma in un teatro di caos e tensione. Sanitari e soccorritori si calano immediatamente all’interno del collettore, ma della trentottenne Marianna Bello, dispersa da giorni, non vi è alcuna traccia. La notizia viene smentita ufficialmente dai vigili del fuoco e dalla polizia di Stato.
L’equivoco, alimentato da un video circolato rapidamente tra chat e social, ha generato momenti di forte tensione. Alcuni familiari della donna, sopraffatti dall’emozione e dalla delusione, sono stati colti da malori. La situazione ha richiesto l’intervento immediato di polizia e carabinieri, che hanno riportato la calma.
Il falso allarme ha evidenziato quanto siano profonde l’ansia e la speranza che animano la comunità di Favara, stretta attorno alla famiglia di Marianna. Le ricerche, intanto, proseguono senza sosta, con l’impiego di unità cinofile, droni e squadre specializzate, nella speranza di un esito positivo.
Il Sindaco Antonio Palumbo su instagram ha chiesto rispetto e cautela nella diffusione di informazioni non verificate:
“Al momento non abbiamo alcuna conferma istituzionale che Marianna sia stata ritrovata viva. Vi chiedo di non alimentare notizie non verificate in un momento così delicato”
Comprendiamo la voglia di sperare, ma invitiamo tutti a non diffondere notizie non confermate. Ogni falsa informazione rischia di ferire ulteriormente chi sta vivendo ore di angoscia,
La comunità di Favara resta unita nel sostegno alla famiglia Bello










