Tutti a tessere le lodi di Albergoni
Dopo le dimissioni di Alberto Albergoni da direttore generale della fondazione che deve occuparsi di Agrigento Capitale della Cultura 2025, ecco arrivare i commenti bipartisan sulla professionalità e sulla competenza del direttore dimissionario.
In effetti, tutti sanno che, solo grazie al progetto da lui ideato, la città di Agrigento ha ottenuto il titolo di capitale della cultura italiana 2025 da parte del Ministero della Cultura.
E lo stesso sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, dichiara oggi: “Roberto Albergoni, uomo dallo spirito colto, visionario e di grande tenacia, è stato il fautore e l’anima del progetto, tra i primi ad avere lanciato lo sguardo su Agrigento Capitale italiana della Cultura e le sue grandi potenzialità (…) Sono certo che continuerà a offrire il proprio sostegno ad Agrigento 2025”.
Tra l’altro, secondo lo statuto della fondazione, il sindaco di Agrigento ha potere di nominare 5 (cinque) degli 8(otto) componenti del Consiglio di Amministrazione.
Cucinotta non tesse lodi ma si dice tolta dall’imbarazzo
Ed allora perché il presidente della fondazione, Maria Teresa Cucinotta, ha rilasciato ad un’agenzia di stampa la seguente dichiarazione: “Ringrazio il dottor Albergoni per la sensibilità che le sue dimissioni dimostrano. Questo suo passo indietro ha tolto dall’imbarazzo il Consiglio d’amministrazione dall’assumere un atto più doloroso“.
Significa che, se Albergoni non si fosse dimesso, sarebbe stato rimosso? E’ questo l’atto più doloroso che avrebbe assunto -secondo le parole del presidente della fondazione- il Consiglio d’Amministrazione?
Se così fosse, non si spiegherebbe perché il sindaco Miccichè (che ha nominato la maggioranza consiglieri di amministrazione) tessa le lodi del direttore generale dimissionario?
Ma vacci a capire…
Il presidente Cucinotta è comunque determinato nel suo giudizio: “Non c’è dubbio che nonostante l’impegno profuso dal dottor Albergoni, è indispensabile recuperare i gravi ritardi che si sono accumulati nella realizzazione dei progetti. Il lavoro della fondazione non si fermerà e proseguirà con maggiore slancio di prima sotto una nuova direzione“.
Come dire: una nuova direzione ci sarà a breve e lavorerà meglio, recuperando i gravi ritardi.
Non solo. Le dichiarazioni del presidente Cucinotta hanno il pieno avallo del presidente della regione Renato Schifani, il quale dice: “Desidero esprimere la mia piena fiducia al presidente della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura 2025, l’ex prefetto Maria Teresa Cucinotta. Sin dal suo insediamento, ha lavorato con determinazione per rimettere in carreggiata una struttura che, fino a oggi, ha accumulato ritardi nell’attuazione del programma”.
E, pure, aggiunge: “Sono certo che il presidente Cucinotta proseguirà con impegno nel percorso già avviato, mettendo ordine nel disordine trovato e garantendo l’efficace realizzazione degli obiettivi prefissati. Confido nella sua capacità di individuare le risorse umane più idonee per affrontare al meglio le sfide che l’attendono e per assicurare il successo di un evento di fondamentale importanza per la Sicilia e per tutto il Paese”.
Beghe politiche locali e regionali?
Insomma: non andava più bene Roberto Albergoni?
E’ successa la stessa cosa che per Giacomo Minio, nominato presidente della fondazione in sede di atto costitutivo e poi non più gradito a Schifani che ne ha chiesto le dimissioni per il tramite del sindaco Miccichè?
Solite beghe politiche?
Probabilmente. Una giornalista, amica di Albergoni, dice, rivolgendosi all’ex direttore generale della fondazione: “la tua decisione mi addolora molto, avevo già capito (…) che eri stanco di tute queste beghe politiche locali e regionali che ti hanno ostacolato”.
Ma tant’è, ad oggi.
Nella foto, da sx: Roberto Albergoni, l’ex presidente della fondazione Minio, la giornalista Cangelosi, il ministro Giuli, il sindaco Miccichè, il presidente della fondazione Teatro Pirandello Patti, il deputato agrigentino Pisano.